La gita a Chiasso

Trent'anni di sconfinamenti culturali tra Svizzera e Italia (1935-1965)

Associazione svizzera per i rapporti culturali ed economici con l’Italia (1937- )


L’ASRI fu fondata a Zurigo il 9 giugno del 1937 su iniziativa degli ambienti istiuzionali italiani allo scopo di promuovere le relazioni culturali ed economiche tra la Svizzera e l’Italia. Inizialmente vicina agli ambienti fascisti, l’associazione promosse e promuove fino ad oggi in primo luogo conferenze con alti rappresentanti delle istituzioni politiche, economiche e culturali italiane.

Le origini dell’associazione (1937-1939)

Come testimoniano le carte conservate presso l’Archivio di Stato a Roma, l’ASRI nacque nel 1937 su iniziativa dell’allora Console Generale d’Italia a Zurigo Bruno Gemelli, coadiuvato dal Presidente della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Carlo Bianchi. L’operazione fu avallata dal Consigliere federale Giuseppe Motta, le cui simpatie per il governo mussoliniano erano note. Onde dissipare i sospetti di mire propagandistiche, implicitamente perseguite da Gemelli, l’origine italiana dell’iniziativa fu accuratamente lasciata in ombra marcando invece espressamente il carattere svizzero dell’Associazione.

Ad eccezione di Bianchi infatti, tutti i membri del Consiglio direttivo, composto da potenti industriali e da rappresentanti del mondo accademico, erano svizzeri. 1 Primo Presidente dell’associazione fu Carl Julius Abegg, tra i più influenti industriali svizzeri, molto vicino a Mussolini e con diverse imprese attive anche su suolo italiano. Al suo fianco in carica di Vicepresidente e vero motore dell’Associazione fu invece nominato Giuseppe Zoppi.

Le prime manifestazioni organizzate dall’ASRI si contraddistinsero per l’evidente impronta filofascista. Come si ricava da una relazione presumibilmente redatta nella primavera del 1939 , le attività dell’associazione furono infatti inaugurate il 28 marzo del 1938 da una conferenza di Gioacchino Volpe intitolata Il nascere dell’Italia, che celebrava nel fascismo il culmine di tale processo. Nel mese di novembre dello stesso anno fu inaugurata la mostra sul Bel libro italiano moderno, mentre il 30 gennaio 1939 Giuseppe Volpi conte di Misurata tenne una conferenza dal titolo Venezia antica e moderna, celebrando «il primato della città adriatica» e mostrando «questa nella sua funzione di affiancamento delle mete imperiali della nuova Italia». Il 22 marzo Giuseppe Gabetti rievocava l’incontro a Zurigo tra De Sanctis e Burckhardt, mentre il 21 marzo era stata inaugurata presso la Galleria Neupert a Zurigo una «mostra del pittore italiano Ettore Cosomati», che riscosse ampia risonanza nei quotidiani zurighesi.

Il periodo bellico (1940-1945)

Nel 1940, mentre l’Italia entrava in guerra, la Presidenza passò a Plinio Pessina (direttore della Compagnia Svizzera di Riassicurazioni). Abegg non figura più nanche tra i membri del Comitato. Zoppi rimase Vicepresidente affiancato tuttavia da August L. Tobler che prese il posto di Grandjean, mentre nuovi membri entrarono a far parte del Consiglio . 2

Sulle manifestazioni organizzate dall’ASRI in questo periodo si hanno notizie frammentarie. Molto significativa fu senz’altro la mostra sui Pittori e scultori italiani contemporanei allestita presso il Kunsthaus di Zurigo dal 16 novembre 1940 al 12 gennaio 1941. Nel 1942 Pessina, vista la delicata situazione dei rapporti italo-svizzeri venutasi a creare con il perdurare della guerra, si rivolge a Louis H. Micheli, Chargé d’affaires presso la Legazione Svizzera a Roma, per sondare il terreno circa possibili personalità da invitare in Svizzera. Tra i nomi indicati da Micheli in una lettera del 23 novembre 1942 , spiccano in particolare quelli del senatore Amedeo Giannini, direttore degli affari economici presso il Ministero degli Esteri,3 e di Giovanni Ferretti, che per la sua attività nel quadro del Centro Studi per la Svizzera italiana destava tuttavia sospetti presso gli ambienti intellettuali zurighesi. La documentazione in nostro possesso non ci permette di appurare se le persone indicate nella citata lettera di Micheli siano poi effettivamente state invitate dall’ASRI.

Dopo la caduta del fascismo e la morte di Mussolini gli sforzi dell’Associazione furono evidentemente volti ad instaurare nuove relazioni con le istituzioni italiane e a cancellare qualsiasi traccia dei passati rapporti con il regime. Così il 23 maggio del 1945 Pessina si rivolge nuovamente alla Legazione Svizzera a Roma, presieduta nel frattempo da Peter Anton von Salis, per entrare in contatto tramite l’Ambasciata con la neonata Associazione italo-svizzera di cultura sorta, su iniziativa del già ricordato Giovanni Ferretti, dalle ceneri del “Centro Studi per la Svizzera italiana” e presieduta da una figura simbolica dell’antifascismo come Luigi Einaudi. Il 9 luglio von Salis comunica a Pessina una breve letttera di Einaudi che attesta la volontà da parte dell’Associazione italo-svizzera di mantenere i contatti con l’ASRI . Finalmente, e a ulteriore testimonianza del tentativo dell’ASRI di rimuovere il ricordo delle passate compromissioni col regime fascista, il 12 novembre del 1945 Pessina comunica a von Salis la volontà di invitare a Zurigo Benedetto Croce . Von Salis s’incarica di trasmettere l’invito a Croce tramite l’ambasciata di Napoli, sottolineando tuttavia le scarse possibilità di vedere Croce affrontare un viaggio per Zurigo, dove di fatti Croce non si recherà .


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  1. Al Comitato esecutivo, composto da Abegg, Zoppi e Henri Grandjean (Direttore del Credito Svizzero) con Reto Bezzola nelle veci di segretario, era affiancato un Consiglio in cui figuravano i più importanti nomi del mondo industriale tra cui Henri A. Naville (presidente della Brown Boveri), Robert H. Sulzer (direttore della Fratelli Sulzer S.A.), Jakob Schmidheiny (Vicepresidente della Escher-Wyss S.A.), Arnold Bloch-Frey (direttore generale di Alusuisse). L’Università di Zurigo era rappresentata da Jakob Jud, Theophil Spoerri e K. Meyer. Queste informazioni si ricavano da una lettera di Abegg custodita presso gli Archivi Federali e seguita dagli statuti dell’ASRI
  2. Tra i nomi nuovi dell’Alta Finanza e dell’Industria vanno sottlineati quelli di Arthur Wilhelm (direttore della Ciba di Basilea), Charles Zoelly (amministratore delegato della Banca federale) e di Peter Vieli, uno dei più potenti esponenti del mondo bancario elvetico nonché nel 1942 ministro svizzero a Roma. Da notare infine la presenza di Giovanni Rodio (ingegnere e fondatore della sezione del libro italiano nella Libreria zum Elsässer) e di Fritz Ernst (uno dei massimi esponenti dell’elvetismo).
  3. Il modo in cui Micheli caldeggia l’invito di Giannini era probabilmente dettato da ragioni di strategia diplomatica per il mantenimento dei rapporti d’amicizia con l’Italia in un periodo molto delicato a livello dei rapporti di forza europei. Questo è quanto emerge dallo studio delle fonti diplomatiche relative a Micheli, consultabili du dodis.ch, relativamente agli anni ’41-’42. Particolarmente signficativo in questo senso un rapporto del 17 ottobre 1942 →.

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