La gita a Chiasso

Trent'anni di sconfinamenti culturali tra Svizzera e Italia (1935-1965)

Felice Filippini

Felice Filippini (Arbedo, 1917 – Muzzano, 1988) fu uno dei maggiori intellettuali e artisti ticinesi del Novecento. Fu scrittore (vinse nel 1942 il Premio Lugano col romanzo Signore dei poveri morti), pittore, e giornalista radiofonico (diresse dal 1945-1969 il servizio programmi parlati della Radio della Svizzera italiana).

La collaborazione con Enzo Ferrieri

In veste di direttore del servizio parlato della RSI Filippini intrattenne diversi legami con Enzo Ferrieri, che svolgeva la medesima funzione per la RAI. Come emerge dalla corrispondenza tra i due e dai copioni radiofonici custoditi presso l’archivio della Fondazione Mondadori e l’Archivio Prezzolini, la RAI trasmesse tre opere tradotte, adattate e curate da Filippini per la radio: La bella addormentata nel bosco, tratto da La Belle au bois (1932) di Jules Supervielle, trasmesso il 24 febbraio 1946,  La fuga in Egitto (1931), sempre di Supervielle, trasmesso il 17 gennaio 1948, e Ritratto d’uomo, tratto dal racconto Nada menos que todo un hombre (1916) di Miguel de Unamuno, trasmesso l’11 gennaio 1949.

Analogamente, Filippini invitò varie volte Ferrieri a collaborare con la RSI. Nel marzo 1948 gli propose di partecipare a un’inchiesta intitolata La moralità alla radio (prevista per il 4 aprile 1948), dove si domandava l’opinione di diversi intellettuali italiani e ticinesi sul coefficiente di realtà che la comunicazione radiofonica doveva tenere nelle proprie trasmissioni, tenendo conto che essa si rivolge a un pubblico molto variegato. Oltre al parere di Ferrieri, Filippini gli chiese di procurarsi le registrazioni dei pareri di Antonio Banfi, Carlo Bo, Ignazio Silone e Alberto Moravia. Ferrieri inviava regolarmente alla RSI una Rassegna teatrale italiana, ed era uno dei principali canali attraverso cui Filippini informava i propri ascoltatori della RSI sul panorama teatrale italiano; a volte partecipava anche con rassegne speciali, come L’estate a teatro (4 agosto 1949) o il programma Teatro nel mondo – Attualità a Milano (22 febbraio 1950).

La tentata collaborazione con Giovanni Ferretti

Il 25 novembre 1949 Filippini inviò a Giovanni Ferretti una lettera (conservata all’Archivio Prezzolini) in cui proponeva la trascrizione di una sua conferenza dal titolo Una corona di ricci per la pubblicazione all’interno della collana “Quaderni italo-svizzeri” dell’Associazione italo-svizzera di cultura, di cui Ferretti era da quattro anni vicepresidente. Il testo, come indicato da Filippini, era una sorta di rassegna di ciò che in Ticino era stato fatto di meglio nel campo della letteratura e delle arti nel Novecento, e nelle sue intenzioni doveva essere accompagnato da illustrazioni e disegni. Referenti indicati da Filippini erano Reto Roedel e Guido Calgari, che già conoscevano il testo; esso inoltre sarebbe di lì a poco uscito in traduzione francese sulla rivista “Recontre” (Losanna) e in tedesco per la casa editrice Pflugverlag Thal di San Gallo. L’Archivio Prezzolini non conserva la risposta alla lettera, ma il progetto fu respinto da Ferretti poiché non vide mai la luce in “Quaderni italo-svizzeri”.

L’impegno per la diffusione della cultura ticinese in Italia

Filippini fu tra gli intellettuali ticinesi più impegnati dagli anni Cinquanta nella diffusione della cultura ticinese in Italia. All’Archivio Prezzolini è conservato il testo di una sua conferenza letta al convegno dei delegati della Società degli Scrittori Svizzeri (Burgdorf, 10 novembre 1957) in cui sostiene che il pubblico italiano non conosce la cultura ticinese se non superficialmente, e nemmeno è interessato a una conoscenza più approfondita. Gli intellettuali ticinesi hanno perciò il dovere morale di farsi conoscere e far conoscere la Svizzera italiana in Italia, attraverso pubblicazioni, traduzioni, eventi, ecc. Seguendo tale missione, in un’intervista concessa alla RAI il 24 aprile 1960 in occasione di una sua mostra alla Galleria dell’Obelisco a Roma, Filippini tracciò allora una breve introduzione dell’arte e della letteratura del Ticino, collocandola a metà strada tra Italia ed Europa. Dal 1954 espose inoltre le sue opere in molte gallerie in diverse città italiane, vincendo diversi premi.

Per Mondadori Filippini scrisse inoltre la voce “Svizzera italiana” del Dizionario universale della letteratura contemporanea (vol. IV, 1962; ).



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