La gita a Chiasso

Trent'anni di sconfinamenti culturali tra Svizzera e Italia (1935-1965)

M. Amrein – «Italienische und italienisch-schweizerische Dichtung»

Saggio

→ Saggio, critica letteraria, Martha Amrein; Benedetto Croce; Theophil Spoerri; Giuseppe Zoppi; Herbert Cysarz


Italienische und italienisch-schweizerische Dichtung è un saggio di Martha Amrein pubblicato nella controversa raccolta Die Gegenwarts-Dichtung der europäischen Völker curata da Kurt Wais nel 1939. 1 Il saggio presenta una sguardo d’insieme sul panorama letterario di lingua italiana nei primi decenni del XX secolo, elencando autrici e autori, nonché le maggiori personalità attive nell’ambiente della critica accademica, che hanno dato un contributo fondamentale alla letteratura di inizio Novecento.

Contenuti

Il saggio si apre sulla citazione di Giovanni Papini tratta da Un uomo finito (Firenze, Libreria della Voce, 1913). Amrein mette in evidenza come Papini e il circolo attivo nel periodico fiorentino di inizio secolo «Leonardo» (1903-1908) tracciarono le linee di un programma avanguardistico, ripreso qualche anno dopo ne «La voce» (1908-1916), nuova rivista di Papini e Giuseppe Prezzolini: Amrein delinea la spinta promossa dai due periodici fiorentini verso il rinnovamento spirituale dell’Italia, una spinta che la studiosa ritiene non essersi mai assopita e che ancora negli anni più recenti influirebbe sulla letteratura contemporanea. Amrein riconosce dunque il desiderio da parte della nuova generazione di scrittori e scrittrici di svincolarsi dai sistemi di valori del secolo precedente, per ricercare nuove fondamenta su cui erigere la vita culturale e spirituale della nazione.

Lo sviluppo spirituale dell’Italia, per Amrein, non va trattato senza analizzare l’importanza dei due “ispiratori” («Anreger»), Benedetto Croce e Gabriele D’Annunzio. Croce diede alla critica letteraria un nuovo valore e ne rinnovò i compiti; come appartenenti alla scuola crociana, Amrein riconosce i lavori di Emilio Cecchi, Adriano Tilgher, Giuseppe Prezzolini, Luigi Russo, Francesco Flora, Luigi Tonelli. Gabriele D’Annunzio, invece, divenne la voce artistica che maggiormente riuscì a esprimere il Lebensgefühl di origine romantica – cioè l’ideale di una vita all’insegna delle passioni – che venne poi assorbito dal sistema di valori del fascismo. Accanto al Poeta vate Amrein distingue un gruppo di giovani poeti, che rifiutarono di promuovere i valori dannunziani e che si unirono attorno al fiorentino Papini: tra questi ci sono Aldo Palazzeschi e Ardengo Soffici.

Una critica negativa viene rivolta ai futuristi, che sono accusati dalla studiosa di aver prodotto soltanto urla e scatti nervosi, invece di iniziare un rinnovamento profondo della letteratura italiana: “Auch in der Dichtung stehen wir den nämlichen Erscheinung gegenüber, und aus dieser Traditionsgebundenheit heraus ist es zu verstehen, dass die Reaktionen, die Versuche zur Befreiung so stark den Charakter des Kampfhaften haben. So ist der von dem Propagandagenie F. T. Marinetti angekurbelte Futurismus, der sich so, man kann fast sagen, hysterisch gebärdete, hauptsächlich zu werten als Reaktion auf die traditionelle, leere akademische Kunst. ebenso wie er die Vernichtung aller Kunstschätze der Vergangenheit forderte, sollte auch das Gebäude der Sprache von Grund aus zerstört werden. Die dichterische Resultate dieser ja durchaus nicht auf die Kunst beschränkten, sondern weit ins kulturelle und politische Leben hinauswirkenden Bewegung, sind als Kuriosa hinlänglich bekannt geworden und längst wieder in Vergessenheit geraten”.

L’interesse di Amrein si orienta poi su singole figure che hanno contribuito a sviluppare nuove line nella letteratura italiana e che – per gradi diversi – si sono distanziati dalla Lebensgefühl dannunziana: il frammentismo di Giuseppe Ungaretti; Guido Gozzano e i poeti crepuscolari Sergio Corazzini, Marino Moretti, Fausto Maria Martini; Antonio Borghese; Alfredo Panzini; gli scrittori di drammi Luigi Pirandello, Luigi Chiarelli Luigi Morselli, Rosso di San Secondo. Amrein in seguito elenca gli autori che dopo la Prima Guerra Mondiale hanno tentato di riallacciare un legame con il passato classicista, si tratta di figure che hanno partecipato all’esperienza del periodico «la Ronda»: Vincenzo Cardarelli, Emilio Cecchi, Riccardo Bacchelli, Bruno Barilli, Lorenzo Montano, Antonio Baldini. Le figure che invece maggiormente si isolano da ogni corrente letteraria sono Federigo Tozzi e Italo Svevo. Amrein dedica alcuni paragrafi a Massimo Bontempelli e ai membri di ‘900 (rivista che si antepone al programma classicista di «La Ronda»): Curzio Suckert Malaparte, Pietro Solari, Orio Vergani e Corrado Alvaro. Nella lirica Amrein nota il tentativo, non sempre riuscito, di staccarsi dall’eredità di D’Annunzio e cita come esempi: Girolamo Comi, Giorgio Vigolo, Adriano Grande, Eugenio Montale, Ugo Betti, Umberto Saba, Pietro Mastri, Arturo Onofri, Corrado Govoni, Camillo Sbarbaro, Diego Valeri, Corrado Pavolini, Aldo Capasso, Salvatore Quasimodo. In seguito riserva alcuni paragrafi alle poetesse che maggiormente hanno segnato il panorama letterario dei primi decenni del Novecento: Sibilla Aleramo e Ada Negri. Amrein, infine, dedica le ultime pagine agli autori della Svizzera italiana: Francesco Chiesa, Valerio Abbondio, Giuseppe Zoppi, Adolfo Jenni. Attenzione particolare viene rivolta anche ai generi del romanzo e della novella lunga, quali i testi di Grazia Deledda, Mario Puccini, Umberto Fracchia, Carlo Linati, Enrico Pea, Ugo Ojetti, Bonaventura Tecchi, Gianni Stuparich, Alberto Moravia, Eurialo de Michelis. L’entusiasmo dilagante nella penisola per Bruno Cicognani invece non è condiviso dalla studiosa svizzera. Tra le voci più giovani Amrein nomina Arturo Loria, Piero Gadda, Quarantotto Gambini, Alessandro Bonsanti, Delfino Cinelli, Paola Masino, Marise Ferrero, Margherita Cattaneo, Paola Drigo, Gianna Manzini.

Amrein in conclusione definisce i due temi che accomunano le autrici e gli autori principali della letteratura più recente: il frammentarismo e l’introspezione nella soggettività del soggetto narrante .L’autobiografismo diventa una forma privilegiata da romanzieri e poeti. Al centro di ciò Amrein posiziona il “problema del romanzo”, che essa riconosce come un problema etico: esso si scioglierà per via del nuovo atteggiamento nei confronti della vita.

Ricezione

All’alba del 1939, qualche mese prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, le tensioni politiche ed ideologiche internazionali raggiunsero livelli finora sconosciuti. I complessi rapporti tra i regimi totalitari e i paesi confinanti trovarono un riflesso in svariati ambiti, tra cui quello culturale. La critica letteraria, sia in Italia, che in Germania, che in Svizzera, assunsero un colore politico, determinato dal legame profondo tra cultura, identità e ideologia nazionale. Per questa ragione, nei mesi seguenti la pubblicazione, Italienische und italienische-schweizerische Dichtung venne recensito secondo dei criteri che risentirono del clima di tensione internazionale e dai sistemi di valori delle ideologie dominanti.

In svizzera

Theophil Spoerri nell’articolo Italienische Gegenwartsliteratur, apparso sulla «Neue Schweizer Rundschau» del 1939, commenta come segue il saggio: «der beste Überblick über die neuste italiensiche Literatur [erschien] in einem deutschen Sammelwerk […] aus der Feder einer Schweizerin, Martha Amrein». Spoerri paragona lo studio di Amrein alla raccolta mondadoriana di Giuseppe Zoppi Antologia della letteratura italiana ad uso degli stranieri (), il cui primo volume Scrittori contemporanei uscì nel 1939: il professore zurighese interpreta la selezione delle autrici e degli autori di Zoppi come la conseguenza della politica editoriale mondadoriana. Difatti nell‘Antologia sono assenti alcuni importanti nomi del panorama letterario contemporaneo quali Croce, Svevo e Montale – nomi che Amrein invece accolse nel proprio studio (Croce viene visto dalla studiosa come la spina dorsale dell’Italia). Spoerri fonda la propria opinione sulla capacità di Amrein di restare neutrale di fronte agli intrighi politici internazionali e alle pressioni editoriali e commerciali dell’azienda di Mondadori.

In Germania

Herbert Cysarz, professore di germanistica all’Università di Monaco, giudicò l’articolo di Amrein come mal riuscito, a causa del poco interesse riservato a D’Annunzio, a Marinetti, alla corrente dell’espressionismo italiano e della completa assenza di ogni riferimento a Mussolini: per questa ragione Cysarz propose la cancellazione del intervento di Amrein dalle successive ristampe.

In Italia

Anche Croce recensisce il volume nell’articolo Die Gegenwartsdichtung der europäischen Völker, hg. v. Kurt Wais pubblicato su «La Critica» nel 1941 (), evidenziando e lodando l’eccezionalità del saggio di Amrein rispetto allo stile della raccolta „essendo condotto secondo l’unico criterio del pregio artistico delle opere“ e non secondo criteri ideologici e politici.

L’antologia dello Wais, che immediatamente dopo la pubblicazione godette di un grande successo, viene oggi riconosciuta come un’opera nazionalsocialista e antisemita.


 
  1.  AA.VV., Die Gegenwartsdichtung der europäischen Völker, a c. di Kurt Wais, Junker und Dünnhaupt, Berlin, 1939

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