La gita a Chiasso

Trent'anni di sconfinamenti culturali tra Svizzera e Italia (1935-1965)

Martha Amrein-Widmer

Corrispondenti: Nelda Michel-Lauchemauer, Gertrud Schmidli, Theophil Spoerri, Jakob Jud, Benedetto Croce, Berta Noll-Morf, Balilla Calzolari, Annie Bally, Ulrich Leo, Elsa Nerina Baragiola, Bonaventura Tecchi

Eventi: conferenza su Dante alla Gesellschaft für deutsche Sprache”; un corso “bei den Ehemaligen”

Organizzazioni ed enti: Universität Zürich, NZZ, Neue Schweizer Rundschau, Radio Monteceneri, Zum Elsässer, Romanica

Luoghi: Zurigo

Opere, curatele e traduzioni:

Archivi: Fondo Martha Amrein-Widmer AARDT (Canton Ticino); Fondo Martha Amrein (Fondo privato, Zurigo); Fondazione Biblioteca Benedetto Croce (Napoli)

Biografia: Monique Coulin, Martha Amrein-Widmer “Vagando per i passaggi dell’anima mia” (tesi di laurea).

Martha Amrein fu una personalità poliedrica che contribuì a intensificare il carattere multiculturale della Svizzera, promuovendo la lingua e la letteratura italiana e francese nelle regioni svizzero-tedesche. Essa si profila innanzitutto come ricercatrice di letteratura italiana e francese, conosciuta nell’ambito accademico zurighese, ma anche internazionale; secondariamente come mediatrice delle culture romanze, in particolare italiana, tramite le pubblicazioni per i periodici svizzero tedeschi (primo tra i quali la «NZZ») e l’attività commerciale nel settore libraio (Amrein diresse la sezione il «Libro italiano» e fondò la libreria «Romanica»).

1. Formazione culturale zurighese

La formazione presso l’Università di Zurigo incise profondamente sull’approccio di Amrein alla letteratura. Nel 1905 inizia gli studi di romanistica dopo aver abbandonato gli studi di medicina. Durante il periodo di formazione soggiornò a Firenze nel semestre invernale 1906/1907 e a Parigi nel 1908. Si laureò infine nel 1930 con una tesi sul ritmo nella Commedia dantesca.

Rhythmus als Ausdruck inneren Erlebens in Dantes Divina Commedia (1932)

Amrein pubblicò il proprio lavoro di dottorato Rhythmus als Ausdruck inneren Erlebens in Dantes Divina Commedia per il Rascher Verlag nel 1932. Nella scelta di svolgere un’analisi del ritmo nella poesia della Commedia venne spronata dal maestro Theophil Spoerri: Amrein scrive nel Vorwort “Die vorliegende Arbeit ist ein Versuch, die Sprache der Divina Commedia auf ihrem rhythmischen Elementen heraus zu erfassen” (Amrein 1932: 5.). Il lavoro si fonda sulla tesi che la ripetizione e l’accumulazione nei versi di suoni e ritmi simili indicano un movimento profondo dell’animo del poeta (“eine tiefere seelische Bewegung”): la ripetizione di un movimento ritmico oppure di una catena di fonemi assumono, secondo la studiosa, la funzione di un Leitmotiv, facilmente riconoscibili per l’orecchio del lettore.

La tesi si inserisce tra gli studi di critica stilistica, sviluppata in seno all’ateneo zurighese, di cui Spoerri fu uno dei maggiori rappresentanti. La corrente di critica letteraria viene definita come segue da Spoerri in Über Literaturwissenschaft und Stilkritik, articolo d’apertura della rivista “Trivium” del 1942: “Literaturwissenschaft ist Philologie und nicht Geschichte; sie hat sich mit dem Wort zu befassen, und alles was sie sonst treiben mag, nur um des Wortes willen zu leisten. Das persönlich gestaltete Wort ist der Gegenstand des Stilkritikers, wie das kollektiv verfestigte Wort der Gegenstand des Philologen in engeren Sinn ist. … Literaturwissenschaft kommt ganz zu sich selbst in der Stilkritik, ist Philologie, “Liebe zum Wort” in höchsten Sinn, und alle Historie, Philosophie und Psychologie dürfen für ihr Bemühen nur Hilfswissenschaften sein. Das Ziel und Ende aller philologischen Bemühung ist der Text, und alles was vom gestaltetem Wort wegführt und nicht zum Ziel hat, die dichterische Form strukturell aufzuhellen, ist Sünde wider den schöpferischen Geist der Sprache”. Il romanista svizzero, che seguì attentamente il lavoro di Amrein, è il principale referente bibliografico della tesi, con i testi Der Rhythmus des romanischen Verses. Idealistische Philologie del 1927, Französische Metrik, Max Hueber e Präludium zur Poesie del 1929.

Accoglienza in Svizzera

La tesi di dottorato venne accolta con critiche positive da parte dell’accademia zurighese: esemplare è il commento di Jakob Jud che in una lettera del 1932 scrive ad Amrein () “die Lektüre Ihrer Abhandlung ist ein wirklicher Genuss, da überall die meisterliche Erfassung der rhythmischen Gebiete nur der sie bestimmenden seelischen Vorgänge klar zum Ausdruck kommt” (Jakob Jud a Martha Amrein, Zollikon, 2 settembre 1932 (Ranzo/S. Abbondio, fondo privato Martha Amrein-Widmer).

Il lavoro venne presentato ai lettori tedescofoni della Svizzera da Elsa Nerina Baragiola che pubblicò sulla «NZZ» e sulla rivista «Archiv für das Studium der neueren Sprachen» due recensioni. L’importanza delle recensioni di Baragiola è riconosciuto dalla libraia Hanny Bodmer, che così scrive a Martha Amrein () “Ihre Schrift “Rhythmus als Ausdruck inneren Erlebens in Dantes Divina Commedia” wollen wir gerne empfehlen, wo und wann wir können. […] Wenn Fräulein Prof. Baragiola über Sie sprechen wird, dann sind Sie in besten Händen. Fräulein Baragiola kann glühend empfehlen und übt einen mächtigen Einfluss aus” (Hanny Bodmer a Martha Amrein, Seewis, 8 settembre 1932 (Ranzo/S. Abbondio, fondo privato Martha Amrein-Widmer).

Il successo ottenuto grazie alla tesi permise a Amrein di tenere una conferenza su Dante alla «Gesellschaft für deutsche Sprache» e un corso per gli «Ehemaligen» all’Università di Zurigo. Ebbe inoltre la possibilità di recensire le nuove pubblicazioni su Dante, ad esempio Dante vivo di Giovanni Papini (Lebendiger Dante, in NZZ, n. 1296, 16 luglio 1933) e Einführung in die Göttliche Komödie di Spoerri (Dante. Zu heophil Spoerri: Einführung in die «Göttliche Komödie», in die Tat, n. 190, 13 luglio 1946).

Accoglienza in Italia

La tesi venne tradotta in italiano: il fondo Martha Amrein all’Associazione Archivi Riuniti delle Donne nella Svizzera italiana è in possesso della versione manoscritta della traduzione, anonima, ma attribuita a Elsa Nerina Baragiola. La versione italiana tuttavia non venne mai pubblicata.

Amrein mantenne un breve scambio epistolare con Benedetto Croce, che nutrendo un giudizio negativo nei confronti della critica stilistica, commentò con riserva, e con qualche anno di ritardo, Rhythmus als Ausdruck inneren Erlebens in Dantes Divina Commedia: “Ebbi e lessi il suo libro, che fa parte della mia collezione dantesca. Ella sa che io non giudico inutile quel ramo d’indagine, ma solo mi oppongo al trasferimento di esso in problemi che vanno trattati con assai diversi criteri”. ().

Diverso fu il giudizio di Bonaventura Tecchi, che dopo la diffidenza iniziale ammise che “l’innere Leben del grande poema vivamente è stato sentito, che la ricerca estetica si è fondata ed è stata sorretta da una ricchezza spirituale viva”. (Bonaventura Tecchi a Amrein, Roma, 14 luglio 1933 (Ranzo/S. Abbondio, fondo privato Martha Amrein-Widmer ). Lo studioso di germanistica propose quindi ad Amrein di tradurre in tedesco alcuni libri italiani: Tre croci di Tozzi, alcune novelle di Pirandello, La voce di Dio di Moretti, Angela di Umberto Fracchia, La veglia di Bruno Cicognani. Amrein, che negli anni Trenta si occupò di traduzioni tuttavia non tradurrà nessuna delle proposte di Tecchi.

Accoglienza in Germania

La tesi di Amrein venne letta dal romanista Ulrich Leo, studioso di Dante e rappresentante della critica stilistica tedesca, che recensì favorevolmente il volume su «Literaturblatt für germanische und romanische Philologie» (a. LV, n. 9-10, 1934, settembre-ottobre). Leo, costretto a fuggire dalla Germania a causa delle leggi razziali, scrive una lettera ad Amrein nel 1946, dodici anni dopo la pubblicazione della tesi: il professore racconta alla studiosa svizzera che il libro sul Rhythmus lo ha accompagnato nel suo lungo percorso di emigrante che lo condusse fino in Canada ().

2. Le pubblicazioni: critica letteraria e traduzione

Fin dagli anni Venti Amrein pubblicò alcuni articoli di critica letteraria su raccolte e riviste svizzero-tedesche; fu tuttavia grazie all’intervento di Elsa Nerina Baragiola che Amrein ottenne uno spazio importante nella sezione di letteratura della «NZZ». L’amicizia con Baragiola fu per Amrein un incontro determinante che permise alla donna di  intraprendere l’importante lavoro di mediazione culturale testimoniato da oltre quaranta articoli di giornale: “dolce guida e cara quel Virgilio e quella fonte che espande di parlar si largo fiume. Immer denkt sie an mich. Keine einzige Gelegenheit lässt sie vorbeigehen”. (Martha Amrein-Widmer a Berta Noll, Zurigo, giugno 1933 (Rnazo/S. Abbondio, fondo privato Martha Amrein-Widmer).

Recensioni sulla letteratura d’Italia e della Svizzera italiana

Baragiola, intenzionata ad ampliare la rubrica sulla letteratura italiana presso la «NZZ», convinse Amrein a collaborare per il periodico zurighese: a partire dal 1931 fino al 1964 Amrein scrisse regolarmente articoli sia su autori e autrici dell’Italia e della Svizzera italiana, che su traduttori e traduttrici in tedesco. Tra questi una piccola parte è dedicata anche alla letteratura francese (si nota un interesse marcato per Charles Péguy). Amrein pubblicò un numero minore di articoli per «Wissen und Leben», «Schweizer Erziehungs-Rundschau», «Neue Schweizer Rundschau», «Schweizer Frauenblatt», «Schweizerische Lehrerzeitung», «Der kleine Bund», «Die Tat».

Traduzioni di testi narrativi e saggistica in tedesco

La «NZZ», tra il 1931 e il 1940, pubblicò alcune traduzioni dall’italiano in tedesco di Amrein: i testi di Piero Bianconi Francesco Chiesa zu seinem 60. Geburtstag (5. Juli) (in«NZZ», n. 1289, 5 luglio 1931); Der Himmel. Erzählung von Gianna Mazini (in«NZZ», n. 1826, 27 febbraio 1931); Winziger Gottesdienst. Von Elena Bonzanigo (in«NZZ», n. 2258, 18 dicembre 1938); Die Heimkehr des Vater. Von Gianni Stuparich (in«NZZ», n. 995, 11 luglio 1940). Inoltre pubblicò la traduzione di Benedetto Croce Jacob Burckhardt per la «Neue Schweizer Rundschau» (a. VI, 10, 1939, febbraio, pp. 602-13).

Tradusse infine due testi dal francese: Die Bestimmung der Person e Aufgabe oder Selbstaufgabe der Schweiz di Denis de Rougemont.

Il saggio Italienische und italienisch-schweizerische Dichtung (1939)

Amrein pubblicò il saggio Italienische und italienisch-schweizerische Dichtung (PDF ) nella controversa raccolta Die Gegenwarts-Dichtung der europäischen Völker curata da Kurt Wais nel 1939.

Il saggio venne citato da Theophil Spoerri nell’articolo Italienische Gegenwartsliteratur apparso sulla «Neue Schweizer Rundschau» nel 1939 () come “der beste Überblick über die neuste italiensiche Literatur [erschien] in einem deutschen Sammelwerk […] aus der Feder einer Schweizerin, Martha Amrein”. L’autrice, secondo il romanista svizzero, è stata in grado di  rappresentare la realtà del panorama letterario di lingua italiana, senza lasciarsi influenzare da criteri politici, evitando di omettere alcune delle personalità più importanti. Spoerri cita il lavoro paragonandolo alla raccolta mondadoriana di Giuseppe Zoppi Antologia della letteratura italiana ad uso degli stranieri, il cui primo volume Scrittori contemporanei uscì nel 1939 (): il professore zurighese interpreta la selezione degli autrici e degli autori di Zoppi come la conseguenza della politica editoriale mondadoriana. Difatti nell’Antologia sono assenti alcuni importanti nomi del panorama letterario contemporaneo quali Croce, Svevo e Montale – nomi che Amrein invece accolse nel proprio studio (Croce viene visto dalla studiosa come la spina dorsale dell’Italia).

Altri, ad esempio Herbert Cysarz, professore di germanistica all’Università di Monaco, giudicano l’articolo di Amrein come mal riuscito, a causa del poco interesse riservato a D’Annunzio, a Marinetti, alla corrente dell’espressionismo italiano e della completa assenza di Mussolini: per questa ragione Cysarz propose la cancellazione del intervento di Amrein dalle successive ristampe.

Anche Croce recensisce il volume nell’articolo Die Gegenwartsdichtung der europäischen Völker, hg. v. Kurt Wais pubblicato su La Critica nel 1941 (): egli si sofferma sull’impostazione critica del saggio di Amrein, che si differenzia rispetto allo stile della raccolta, “essendo condotto secondo l’unico criterio del pregio artistico delle opere” e non secondo criteri ideologici e politici.

L’antologia dello Wais, che immediatamente dopo la pubblicazione godette di un grande successo, viene oggi riconosciuta come un’opera nazionalsocialista e antisemita.

3. Attività commerciale: le librerie “Zum Elsässer” e “Romanica”

La sezione il «Libro italiano» (1940)

Nel 1940 Amrein divenne direttrice della nuova sezione il «Libro italiano» della libreria «Zum Elsässer». Così la donna scrive a Croce: “una libreria organizzata e diretta secondo i principi del vero valore del libro, in un ambiente bellissimo di quasi casa privata, il quale diventa di più in più il ritrovo degli Italiani come anche degli Svizzeri appassionati per l’Italia” (Martha Amrein a Benedetto Croce, Zürich, 12 aprile 1941 (Napoli, Fondazione Biblioteca Benedetto Croce). Il «Libro italiano», presto divenne un vero e proprio centro di cultura italiana, una Bücherstube, responsabile per la diffusione del libro italiano in Svizzera.

Amrein si avalse dell’aiuto di due collaboratori, Nelda Lauchenauer e Balilla Calzolari, a cui più tardi, si aggiunsero le romaniste Gertrud Schmidli e Annie Bally. Il 1945 fu un anno difficile per Amrein e il «Libro italiano»: Giovanni Rodio, proprietario della libreria, da anni coltivava dei contatti con personalità importanti del partito fascista, tra cui Luciano Feo e Alessandro Pavolini; tali legami con furono la ragione principale per cui gli alleati misero la libreria nella lista nera. Amrein, spinta dalle crescenti tensioni politiche, decise di mantenere solamente i contatti con l’editore Hoepli: la scelta della donna, che dimostrava una presa di posizione elvetista, insieme all’intervento dei professori Spoerri, Jud e Bezzola in difesa del «Libro italiano» (lettera), salvarono le sorti della libreria.

La libreria «Romanica» (1947)

Nel 1946 Amrein e i suoi collaboratori abbandonarono la libreria «Zum Elsässer» per fondare nel 1947 la libreria «Romanica». Questa presto divenne ciò che Crivelli definisce “one of the first cultural centers ever founded and run by women as well as a bookshop whose conception was very modern” (Crivelli, 2001: 51-63).

La libreria si specializzò nella vendita di letteratura accademica e scientifica per gli studiosi di lingue romanze, inoltre Amrein promosse la circolazione internazionalmente delle pubblicazioni dei romanisti svizzeri. Essa usufruì della rete di contatti stabilita con editori svizzeri e italiani per ottenere la pubblicazione di autori e autrici che si rivolgevano a lei in cerca di aiuto. Il già citato Ulrich Leo, emigrato ebreo all’estero, si rivolse ad Amrein nella speranza di veder pubblicato lo studio Torquato Tasso. Studien zur Vorgeschichte des Seicentismo nella neutrale Svizzera. Il volume venne pubblicato a Berna nel 1951 dalla casa editrice Farke.

Bibliografia

Crivelli Tatiana, The Ladies of the Romanica, in AA.VV. , Intellectual amncipation: Swiss Women and Education, a c. di Joy Charnley e Malcom Pender, s. Occasional Papers in Swiss Studies, vol. IV, Bern, Peter Lang, 2001.

Monique Coulin, Martha Amrein-Widmer “Vagando per i passaggi dell’anima mia” (tesi di laurea presso l’Università di Zurigo, supervisione di Tatiana Crivelli, 2014).


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