La gita a Chiasso

Trent'anni di sconfinamenti culturali tra Svizzera e Italia (1935-1965)

A C D E F I
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Editoria

L’editoria transculturale tra Svizzera e Italia cominciò ad ampliarsi e assumere tratti strutturali proprio nel trentennio 1935-1965, quando si sviluppò soprattutto attraverso l’attività sia di singole personalità che di istituzioni e case editrici, da entrambe le parti del confine.

Zurigo – Giuseppe Zoppi

Uno dei primi e più attivi promotori degli scambi editoriali tra i due Paesi fu Giuseppe Zoppi. Nel 1931, lo stesso anno in cui divenne Professore di Letteratura Italiana al Politecnico federale di Zurigo, fondò presso la casa editrice milanese L’Eroica di Ettore Cozzani, la collana “Montagna”, le cui tematiche principali si ricollegavano all’estetica zoppiana, vicina alla dottrina politica della Difesa spirituale del Paese, delle Alpi come luogo di elevazione e purezza spirituale. Zoppi fu molto attivo anche nella traduzione di opere svizzere in Italia e viceversa: per “Montagna” tradusse Paura in montagna e La separazione delle razze (1934) di Charles-Ferdinand Ramuz (1931) e da La notte dei Drus di Charles Gos (1931), pubblicò con Rizzoli Giorgio Jenatsch (1949) e La tentazione del marchese di Pescara (1953) di Conrad Ferdinand Meyer, e curò la traduzione tedesca di alcune opere canoniche della letteratura italiana per la collana “Bibliothek der Weltliteratur” (1949-1951) della casa editrice zurighese Manesse (con cui collaborava anche Lavinia Mazzucchetti). Zoppi collaborava alla diffusione del libro italiano in Svizzera anche attraverso numerose recensioni di opere italiane contemporanee per diverse riviste svizzere.

Milano – Luigi Rusca e la Mondadori

Verso la fine degli anni Trenta la casa editrice Mondadori iniziò a guardare alla Svizzera sia come un nuovo possibile mercato di espansione sia come centro amministrativo più sicuro dell’Italia, a causa della guerra. Si deve a Luigi Rusca, direttore editoriale della Mondadori, la fondazione di due società che perseguivano entrambi questi fini: la libreria e casa editrice Melisa (1939-2012), che vendeva a Lugano libri italiani (soprattutto della Mondadori), e la società editoriale Hélicon (1943-1950), attiva invece sul versante più amministrativo e finanziario. In quegli anni Rusca fu molto attivo nella diffusione del libro italiano in Svizzera anche attraverso varie altre attività, tra cui il ciclo di conferenze itineranti Vent’anni di editoria italiana (1937-1938), la collaborazione con la libreria zurighese Zum Elsässer di Giovanni Rodio (dove lavorava anche Martha Amrein-Widmer), e l’organizzazione della mostra Il bel libro italiano moderno (1938). Quest’ultima, a cui collaborò anche Zoppi, si trasformò presto in un terreno di scontro tra le varie correnti della politica culturale svizzera e italiana.

Roma – Giovanni ferretti e il Centro Studi per la Svizzera italiana

Una forte componente editoriale aveva anche l’attività del Centro Studi per la Svizzera italiana a Roma, diretto da Giovanni Ferretti. In soli due anni di attività il Centro studi fu in grado di allestire diverse iniziative, tra cui lo scambio di più di cinquecento volumi tra la biblioteca del Centro e le maggiori biblioteche svizzere, l’avvio di una Bibliografia della Svizzera italiana in collaborazione con la Biblioteca Cantonale di Lugano, e la pubblicazione di due collane scientifiche su tematiche storiche e letterarie a cavallo tra Svizzera e Italia, “Quaderni italo-svizzeri” e “Studi e documenti” (pubblicati congiuntamente dall’editore Cremonese di Roma e dall’Istituto Editoriale Ticinese), oltre alla pubblicazione trimestrale della rivista di scambi culturali italo-svizzeri “Archivio storico della Svizzera italiana”. Come in tutte le attività del Centro Studi, il quale si trovava nella delicata posizione di dover dialogare con le maggiori istituzioni culturali svizzere nonostante gli interessi di espansione culturale dell’Accademia d’Italia, anche nell’editoria Ferretti dovette sempre prestare molta attenzione alle proprie politiche di collaborazione: diversi intellettuali zurighesi, tra cui Giuseppe Zoppi e Fritz Ernst, accettarono di collaborare con lui solo dopo la chiusura del Centro Studi, a guerra finita.

Lugano – Eros Bellinelli

Negli anni Cinquanta e Sessanta nacquero due importanti iniziative editoriali ticinesi nell’ambito dei rapporti culturali tra Svizzera e Italia, entrambe curate da Eros Bellinelli: la collana “Il Roccolo” (1951-1955, sette titoli), e collana “L’Acero” (1965-1984, ventotto titoli) prima serie delle pubblicazioni della casa editrice Pantarei. Le due collane traevano origine da due diverse motivazioni: come comunicato da Bellinelli in un’intervista rilasciata il 16 novembre 1975 alla RSI, all’interno del programma “Paese aperto” (puntata La cultura nella Svizzera Italiana e vicinanze), “Il Roccolo” era stato fondato con l’intenzione di presentare al panorama culturale ticinese autori giovani e spesso anticonformisti, nel tentativo di rinfrescare il ristretto mercato editoriale ticinese. La creazione delle edizioni Pantarei fu invece più collegata all’esperienza del quotidiano “Libera Stampa” e del Premio “Libera Stampa”: diversi testi della collana “L’Acero” erano apparsi precedentemente sulla pagina letteraria del quotidiano socialista, e molti autori ne erano da tempo collaboratori.


Voci correlate: Elvetismo, Plurilinguismo, Difesa spirituale del Paese, Italianità, Fascismo, Alpi, Intellettuale

Personalità correlate: Fritz Ernst, Giovanni Ferretti, Eros Bellinelli, Giuseppe Zoppi,
Luigi Rusca, Martha Amrein-Widmer, Giovanni Rodio

Organi culturali correlati: “Libera Stampa”,
Centro Studi per la Svizzera italiana, “Archivio storico della Svizzera italiana”, “Il Roccolo”, “L’Acero”, “Montagna”

Eventi correlati: Il bel libro italiano moderno, Vent’anni di editoria italiana


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