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     Dialogo di Ruysch

  Dialogo
 
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       - Morte
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Dolore

Il futuro di tutti e «di Colei che per certo futura Portiam sempre» [1], la morte, poiché cessazione della vita (Leopardi: 2002: 173), e anche «[la] percepibilità di questo punto», se provoca dolore o no, è l’aspetto che suscita la maggiore curiosità in Ruysch. In alcune parti dello Zibaldone, il dolore non appare sempre insopportabile, o meglio a volte l’autore stesso pone i suoi dubbi sulla veridicità della morte vista come dolore. Vedi Zibaldone [2182] e [2566]. Il tema del dolore in questa opera generalmente appariva diviso in due spazi: dolore moderno contrapposto al dolore antico. In passato, il dolore fu interpretato come castigo divino, mentre ora viene visto come un elemento immutabile che accompagna la vita dell’uomo, ovvero un male inevitabile cui bisogna rassegnarsi. Ora nel dialogo, Ruysch riceve delle risposte dai morti che in lui tuttavia non suscitano stupore. I morti narrano del momento in cui la vita termina e gradualmente subentra la morte. Essi spiegano che al momento del passaggio non vi è più alcun posto per sentimenti vivi e forti e dunque non vi può esistere alcuna forma di dolore perché «il dolore è cosa viva» (Binni 1987: 88).

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[1] http://www.leopardi.it/canti30.php