La gita a Chiasso

Trent'anni di sconfinamenti culturali tra Svizzera e Italia (1935-1965)

A C D E F I

Alpi

Mito fondativo dell’elvetismo, le alpi, poste al centro dell’Europa, costituiscono anche il riferimento simbolico per eccellenza su cui fa leva la retorica di una Svizzera custode dei valori spirituali europei. Se dalle alpi si dipartono i tre fiumi che rispettivamente bagnano le tre principali aree linguistiche dell’Europa, sono sempre le alpi che separano e allo stesso tempo uniscono le dette tre aree linguistiche. In questo senso la Svizzera può essere considerata una sorta di Europa in miniatura o, per meglio dire, la proiezione su scala nazionale di un’ideale «unità di spirito» dei popoli europei «assai più forte di ogni diversità di lingua, di religione, di costume: una volontà superiore ad ogni istinto».

Questa spiritualizzazione della cultura, depurata da qualsiasi scoria materialistica e proiettata in una dimensione universale, al di là di contingenze storico-politiche, trova la propria rappresentazione simbolica nella mitizzazione del paesaggio alpino:

Vette superbe e candide, erette al cielo come il più nobile e il più ardito degli umani pensieri; profonde valli dalle pareti di roccia, onde le cascate spiccano il lor salto spumoso, iridescente; verdi pascoli nel fondo valle, e poi verdissimi prati, e il fiume che corre verso il mare del Nord come, là dall’altra parte, un altro corre verso il Mediterraneo, o verso l’Adriatico …; e un popolo che, dalla montagna ha imparato la legge della fatica e la passione dell’indipendenza e della libertà; e, fuori delle valli, in più riposata sede, laghi e laghi, e villaggi e villaggi, e città e città, sino ai confini qui della Germania, là della Francia, là dell’Italia, le vicine nostre grandi, le prime nazioni d’Europa. Centro e cuore di un tal paesaggio sono le Alpi. … Vero è che le Alpi non sono soltanto nostre: Italia e Francia ne hanno la lor parte. Ma non è meno vero che, nel concetto di tutti, la Svizzera rimane il paese alpino per eccellenza, il paese che possiede le più ardue e le più belle montagne d’Europa: fortuna unica, singolarissima, che ci impone il dovere di conservarle nella lor vergine purezza, di consegnarle intatte alle generazioni future.

Giuseppe Zoppi

La difesa della purezza delle alpi, diventa così il simbolo della difesa dell’unità spirituale dei popoli europei e con essa della difesa della Svizzera quale garante e custode di tale unità. Su questo punto la retorica zoppiana sposa alla perfezione la retorica del discorso di Etter a proposito della necessità di una “difesa spirituale del paese” pronunciato nel 1938. Anche Etter infatti fa delle Alpi, e del massiccio del San Gottardo in particolare, il luogo simbolo dell’identità nazionale svizzera e della vocazione europea che a questa identità si vuole connaturata. Se è proprio intorno al Gottardo che nel 1291 nasce il patto tra i primi stati confederati, nota Etter, è sempre sul Gottardo che nascono i tre fiumi – Reno, Rodano e Ticino – che legano la Svizzera alle più importanti culture europee. Il Gottardo, quindi, divide e allo stesso tempo unisce queste aree culturali. In questo senso, scrive sempre Etter, ogni tentativo di strappare la cultura svizzera dalla comunanza spirituale con le dette zone linguistiche europee sarebbe un atto contro natura, un attentato alla sorgente stessa dell’identità europea. La difesa contro le aspirazioni irredentiste delle forze dell’asse passa insomma attraverso la rivendicazione della realtà multietnica e plurilingusitica della Svizzera, ma senza assumere toni esplcitamente antifascisti o antinazisti, bensì facendo appello a una comune realtà trascendente da preservare e che trova nel mito delle alpi il proprio arsenale retorico.


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