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     Dialogo di Ruysch

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Ruysch

All’inizio dell’Operetta, dopo aver udito i morti cantare, Ruysch (sebbene l’ironia delle sue stesse parole tenti di dissimularlo) ci viene presentato come una persona terrorizzata, che «sud[a] freddo» (§1) e «trem[a] da capo a piedi» (§1). Egli è convinto che i morti appena resuscitati del suo studio possano danneggiarlo in qualche modo e non sa come comportarsi. Tuttavia, da perfetto uomo di scienza, Ruysch accantona le proprie paure e i propri timori e cerca di trarre vantaggio da questa terrificante ma irripetibile esperienza. Prende così coraggio e comincia a porre domande ai cadaveri con lo scopo di ricavare informazioni utili su un argomento ancora oscuro agli esseri umani: la morte.

Le risposte date dai cadaveri tuttavia non illustrano nulla di nuovo, né tanto meno mostrano che i morti abbiano una conoscenza maggiore a quella degli esseri viventi (vedi Riassunto Operetta). Così alla fine il grande anatomista e scienziato olandese non può che arrendersi alla deludente evidenza che non si può avere sempre una risposta a tutte le domande.