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     Dialogo di Ruysch

  Dialogo
 
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       - Luciano
       - Dante & Boccaccio
       - Leopardi
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Luciano

Negli abbozzi delle Operette morali Giacomo Leopardi nomina Luciano, l’autore dei Dialoghi dei Morti. A lui Leopardi si è ispirato nel tono e nella scelta del genere che oggi troviamo nelle Operette. Luciano, nato intorno al 125 d.C., è uno scrittore di cultura e lingua greca; è l’autore di alcune raccolte di brevi scritti satirici, ricchi di situazioni comiche o paradossali. Come nota Nicoletta Fabio nel saggio L’entusiasmo della ragione, «Luciano si propone facilmente [. . .] come modello irrinunciabile sul piano della composizione non meno di quanto lo sia stato nell’invenzione di molti dialoghi» (177).

Il Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie è la più teatrale delle Operette morali e le intrusioni del comico lucianeo si rilevano sin dall’esordio del dialogo. Infatti la prima dichiarazione di Ruysch è «Diamine! Chi ha insegnato la musica a questi morti, che cantano di mezza notte come galli? In verità che io sudo freddo, e per poco non sono più morto di loro» (LEOPARDI 302). Nicoletta Fabio (181) conferma che l’esordio è comico e dissonante, e che ricorda certe battute dei morti lucianei. Ad esempio quelle di Plutone a Creso nel secondo dialogo: «E che male vi fa egli, se è morto come voi?» (Luciano, in FABIO 181). Inoltre, come nota Fabio (182), il dialogo di Ruysch si ispira al dialogo di Luciano Menippo, Anfiloco, e Trofonio; «Tastiamoli un poco. Sono rimorti ben bene» (LEOPARDI 311) è una reminiscenza di: «Io non so tu che diamine dici, o Trofonio: tu sei tutto morto, ed io lo vedo benissimo» (Luciano, in FABIO 182).