La gita a Chiasso

Trent'anni di sconfinamenti culturali tra Svizzera e Italia (1935-1965)

Melisa (1939-2012)

Persone: Arnoldo Mondadori, Luigi Rusca, Lorenzo Montano
Luoghi: Lugano, Milano
Archivi: Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Archivio Prezzolini, Accademia dei Lincei (archivio del Centro Studi per la Svizzera Italiana presso la Reale Accademia d’Italia)


La Messaggerie Librarie S. A. (Melisa) fu una società attiva a Lugano dal 1939 al 2012 specializzata nella stampa, distribuzione e vendita diretta in Svizzera di libri di autori italiani e svizzero-italiani. Negli anni della seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra la quota di maggioranza era posseduta dalla casa editrice Mondadori, che ne fece, assieme alla società Hélicon (attiva a Lugano dal 1943 al 1950), il proprio principale ente operativo in Svizzera.

Costituzione e attività

La Melisa fu costituita il 1° aprile 1939 a Lugano (via Vegezzi 4) in sostituzione dell’agenzia locale della Mondadori, operativa dal 1° gennaio 1938. 1 Principale promotore del progetto fu Luigi Rusca, direttore generale della Mondadori, che intuì la necessità di creare un organismo più ampio di una semplice agenzia, che consentisse con maggiori mezzi (il capitale iniziale era di cinquantamila franchi svizzeri) una più vasta diffusione della produzione editoriale italiana in Svizzera.

Come emerge da una lettera di Luigi Rusca a Lorenzo Montano del 22 ottobre 1938 (), per la costituzione della Melisa Rusca cercò di appoggiarsi a due istituzioni editoriali svizzere già esistenti, la libreria Arnold di Lugano, attraverso l’intercessione Giuseppe Zoppi, e la libreria zurighese «Zum Elsässer» di Giovanni Rodio, ma invano. Nella stessa lettera Rusca chiese a Montano di convincere il libraio Mühlemann del Centro del Libro Italiano di Losanna ad impiegarsi presso la nascente Melisa: nelle previsioni di Rusca, questo avrebbe costituito per la Rodio un incentivo alla collaborazione. Mühlemann non accettò, e la Melisa entrò presto in concorrenza con il Centro del Libro Italiano di Losanna, che finì per rilevare nel 1942.

Il consiglio di amministrazione della Melisa era composto da sei membri: Presidente era il notaio luganese Emilio Rava, vicepresidente l’editore ticinese Carlo Grassi, consigliere delegato Luigi Rusca, segretario Delio Tessa – il quale tuttavia partecipò a due sole sedute perché morì nel settembre 1939 e fu sostituito dal ticinese Antonio Cettuzzi, futuro amministratore della Hélicon – e consiglieri Agostino Soldati (fondatore del “Corriere del Ticino”) e Mario Sonvico. Tale composizione induce a ipotizzare un possibile orientamento antifascista della Melisa. Delio Tessa simpatizzava per gli ambienti dell’antifascismo liberale, mentre Luigi Rusca e Carlo Grassi subirono direttamente dei provvedimenti costrittivi da parte del regime. Rusca fu internato ad Avigliano (Basilicata) dal regime fascista dall’aprile all’agosto 1943 perché sospettato di attività antifascista tra Italia e Svizzera (cfr. voce Luigi Rusca): proprio la Melisa sarebbe stato il principale punto di contatto (anche tramite il direttore del “Corriere del Ticino” Vittore Frigerio) con alcuni ambienti dell’intelligence alleata. A Carlo Grassi il 16 gennaio 1943 fu invece revocato il permesso di entrare in Italia perché accusato di stampare “giornali antitaliani”, come emerge dai documenti per i passaggi di frontiera custodi presso l’archivio del Centro Studi per la Svizzera Italiana presso la Reale Accademia d’Italia (). Fino a quel momento Grassi era stato molto attivo sul fronte degli scambi culturali tra i due Paesi: possedeva diverse testate editoriali in Ticino e a Milano, e aveva collaborato spesso con la casa editrice Mondadori. Negli anni Venti il direttore editoriale della sua principale casa milanese, la UNITAS, era Valentino Bompiani, ex segretario di Arnoldo Mondadori e futuro fondatore della casa editrice Bompiani.

La posizione politica della Melisa agli occhi degli Alleati restava tuttavia piuttosto ambigua: la si ritrova infatti nella lista nera delle società svizzere di commercio (statuatory list) redatta dagli alleati. La Melisa è indicata come una libreria di rappresentanza di diverse case editrici italiane, di fatto controllata da Milano. Le ragioni dell’inclusione nella lista mostrano tuttavia un certo grado di confusione, perlomeno sulla natura e la gestione della società:

Deutsche Teilhaberschaft: offene oder verdeckte Teilhaberschaft oder anderweitige deutsche Kontrolle. Tochtergesellschaft oder Verkaufsorganisation einer deutschen Firma. Besitzer mit deutschem Wohnsitz.

Inglin, p. 313

  1. La notizia dell’apertura della Melisa ebbe ampia diffusione sulla stampa locale. Ne diedero notizia “Gazzetta ticinese” (31 marzo 1939, p. 2), “Libera stampa” (21 aprile 1939, p. 2), “Illustrazione ticinese” (aprile 1939)

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