La gita a Chiasso

Trent'anni di sconfinamenti culturali tra Svizzera e Italia (1935-1965)

Luigi Rusca

Luigi Rusca (Milano 1894 – Merate 1986) fu un intellettuale, dirigente editoriale e mediatore culturale italiano. Negli anni ’30 e ’40 ebbe un ruolo primario nella diffusione della cultura italiana in Svizzera attraverso la creazione di società editoriali per la diffusione del libro italiano in Ticino e a Zurigo (Melisa e Hélicon), l’organizzazione di eventi, mostre e conferenze, e la collaborazione con alcuni periodici ticinesi.

In Italia lavorò con diversi enti culturali. Fu redattore capo del periodico “Vie d’Italia” del Touring Club italiano (1920-1927), posizione che dovette abbandonare in seguito al rifiuto di iscriversi al Partito Nazionale Fascista (sull’antifascismo di Rusca cfr. sotto). Nel 1928 cominciò a lavorare per la casa editrice Mondadori, di cui divenne in seguito Direttore Generale e per cui ideò la prestigiosa collana di letteratura internazionale Medusa e la serie dei Gialli, (che inaugurò il genere poliziesco in Italia). Nel 1943-1945 durante l’esilio svizzero di Arnoldo Mondadori diresse la sede romana della casa editrice (in opposizione alla sede settentrionale controllata dalla Repubblica Sociale Italiana) e fu nominato Commissario per la EIAR (che ribattezzò RAI) dal primo Governo Badoglio. Nel dopoguerra collaborò con la casa editrice Rizzoli, per cui lanciò la fortunata collana Biblioteca Universale Rizzoli.

Diffusione della cultura italiana in Svizzera

Rusca fu molto attivo nella diffusione di cultura italiana in Svizzera soprattutto negli anni 1937-1946, attraverso numerose iniziative.

Fu ideatore e fondatore della Messaggerie Librarie SA (Melisa), società editoriale posseduta dalla Mondadori costituita il 1 aprile 1939 a Lugano con l’obiettivo di vendere libri italiani (soprattutto titoli Mondadori) in Svizzera. In pochi mesi la Melisa diventò un polo significativo di cultura italiana in Svizzera; attraverso la Melisa Rusca cercò inoltre collaborazioni con altre istituzioni librarie svizzere (come la Zum Elsässer di Giovanni Rodio). Pochi anni dopo (6 dicembre 1943) Rusca affiancò alla Melisa un’altra società, la Hélicon, dedicata alla cura degli interessi finanziari e commerciali della Mondadori e specializzata nell’acquisto di diritti di traduzione di opere anglosassoni (per maggiori dettagli si vedano le specifiche schede relative a Melisa e Hélicon).

Luigi Rusca con, tra gli altri, Arnoldo Mondadori, Emilio Rava e Carlo Grassi. Come fa presumere la presenza del Ministro Tamaro, la foto fu probabilmente scattata a Lugano, nell’aprile del 1939, in occasione dell’inaugurazione della Melisa.

Grazie alla collaborazione con Giuseppe Zoppi, Professore di Letteratura italiana al Politecnico di Zurigo, Rusca tenne una serie di conferenze in Ticino (novembre 1937) e a Zurigo (febbraio 1938) sull’editoria italiana contemporanea. Le conferenze erano accompagnate da una piccola mostra itinerante di alcuni volumi, intitolata Vent’anni di editoria italiana. Fu durante queste conferenze che Rusca cominciò a intessere contatti per la fondazione della Melisa, e per l’organizzazione della mostra Il bel libro italiano moderno, tenutasi, sotto il patrocinio dell’ASRI, alla Biblioteca Centrale di Zurigo il 6-20 novembre 1938.

Rusca nel 1940-1941 collaborò inoltre con “Illustrazione ticinese”, per cui scrisse tre articoli: Lettere d’amore di Camillo Cavour (2 novembre 1940, p. 20), Il principio degli anedottisti: Sebastiano Chamfort (28 dicembre 1940, pp. 8-9), Un dramma d’amore di Ugo Foscolo (26 luglio 1941, pp. 11-13). Collaborava inoltre sporadicamente anche con Radio Monteceneri.

A Roma nel gennaio del 1945 Rusca figura – insieme a Delio Cantimori, Giulio e Luigi Einaudi, Concetto Marchesi, Ignazio Silone, per citarne solo alcuni – tra i membri del comitato promotore dell’Associazione italo-svizzera di cultura che sarebbe stata istituita, su iniziativa di Giovanni Ferretti, il 22 febbraio di quello stesso anno.

Nel dopoguerra Rusca tenne altri due cicli di conferenze in Ticino. Nel primo, dal titolo Roma sotto i tedeschi (autunno 1945), Rusca rievocò i mesi di occupazione nazista della città nel 1943-1944, attingendo anche a ricordi personali; il secondo era invece intitolato Giuseppe Verdi nelle sue lettere e si tenne il 2 ottobre 1946 al Circolo di Cultura di Bellinzona (ne diede notizia il quotidiano “Il Dovere”, 15 e 20 settembre 1946).

L’antifascismo di Rusca

Fin dal rifiuto di tesserarsi per il PNF nel 1927, Rusca mantenne sempre una posizione distaccata nei confronti del fascismo, tanto da essere posto sotto osservazione speciale dal regime dal 1935 ed essere successivamente internato ad Avigliano (Basilicata) come “antifascista mormoratore” dal 2 aprile al 25 luglio 1943.

Fin dai primi anni in Mondadori Rusca ingaggiò diversi traduttori e curatori antifascisti, come Arrigo Cajumi, Luigi Emery e Barbara Allason. La costituzione della Melisa e i frequenti viaggi di Rusca in Ticino tra il 1937 e il 1942 furono poi visti con crescente sospetto dal regime: lo stesso consiglio d’amministrazione della Melisa era composto da persone di più o meno dichiarato orientamento antifascista come Delio Tessa e l’editore Carlo Grassi. Voci non ufficiali riferivano poi che da Lugano Rusca fosse in contatto con gli Alleati attraverso l’amico Vittore Frigerio, direttore del “Corriere del Ticino”; e le stesse circostanze dell’iscrizione di Rusca al PNF nel 1940 erano sospette, poiché essa avvenne attraverso il fascio di Lugano (anziché di Milano, dove Rusca risiedeva) e per opera di Ugo Lorenzoni, un avvocato luganese anch’egli in odore di antifascismo. La prova che condannò Rusca al confino ad Avigliano fu la ricezione nel dicembre 1942 di un pacco inviato dall’intelligence statunitense contenente polvere per la preparazione di inchiostro simpatico.

Alcune fonti suggeriscono inoltre che Rusca collaborasse dal maggio 1942 con l’intelligence alleata e con i generali italiani Caviglia e Badoglio alla progettazione di un’azione congiunta per rovesciare il regime mussoliniano dall’esterno e dall’interno (Cadeddu). Documenti dei servizi segreti britannici riferiscono dell’intermediazione in Svizzera di “un industriale italiano di nome Rusca”, ma è tuttora incerto se si tratti di Luigi Rusca (come suggeriscono Elena Aga Rossi e Renzo De Felice) o di Adriano Olivetti sotto pseudonimo (Frederick Deakin e Bruno Caizzi).


Riferimenti bibliografici

  • Decleva Enrico, Arnoldo Mondadori, Milano, Mondadori, 2007, pp. 133-40.
  • Aga-Rossi Elena, L’inganno reciproco: l’armistizio tra l’Italia e gli angloamericani del settembre 1943, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, 1993, p. 108.
  • Cadeddu Davide, Adriano Olivetti e la Svizzera, in Spiriti liberi in Svizzera, a cura di Raffaella Castagnola, Fabrizio Panzera e Massimiliano Spiga, Firenze, Cesati, 2006, pp. 219-38 (221).
  • Deakin Frederick, Lo Special Operations Executive e la lotta partigiana, in L’Italia nella seconda guerra mondiale e nella Resistenza, a cura di Francesca Ferrantini Tosi, Gaetano Grassi e Massimo Legnani, Milano, Franco Angeli, 1988, p. 103.
  • De Felice Renzo, Mussolini l’alleato 1940-1945, vol. I, L’Italia in guerra 1940-1943, tomo II, Crisi e agonia del regime, Torino, Einaudi, 1990, p. 1166.
  • Caizzi Bruno, Camillo e Adriano Olivetti, Torino, UTET, 1962, pp. 193-94.
  • Bonsaver Guido, Censorship and Literature in Fascist Italy, Toronto, University of Toronto Press, 2007.

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