Successi e compromessi


Nel 1920, Steno tiene aggiornati i fratelli Perrone sui successi de «La Chiosa» e sulle possibilità di maggior diffusione del foglio. Il 21 febbraio del 1920, la giornalista comunica l’intenzione di fare del settimanale l’organo dell’Associazione per gli interessi femminili che verrà prossimamente fondata a Genova, dà informazioni sulla tiratura (5’500 copie) e sulle pubblicazioni con personalità affermate, come Matilde Serao. Il 12 luglio dello stesso anno, Steno affermava di voler fare de «La Chiosa» un nucleo di aggregazione dell’elettorato femminile liberale e di volerlo lanciare su tutto il territorio nazionale. Il punto viene ribadito con forza nella lettera del 24 novembre 1920, un commento al primo anno di attività del settimanale, alla sua importanza politica e alla necessità che i Perrone lo sostenessero con più incisività, affinché la direttrice non dovesse cercare altrove i finanziamenti necessari, perdendo così la propria indipendenza. In effetti, tra le righe o in modo esplicito (come nelle lettere del 15 marzo del 23 luglio, e del 1 dicembre) da questa corrispondenza emergono gli irrisolti problemi economici del settimanale, il sistematico ritardo con cui i suoi finanziatori versano i dovuti contributi e degli episodi di ostruzionismo (18 gennaio 1921). Si chiarisce, inoltre, come il legame economico tra «La Chiosa» e i Perrone avesse delle conseguenze sull’indipendenza del foglio: Steno si dice più volte disposta a orientare l’indirizzo del giornale a seconda della volontà degli imprenditori e, sottolineando il crescente rilievo de «La Chiosa» nella stampa femminile, dimostra l’utilità del foglio nel trust editoriale perroniano.