«La Chiosa» e la letteratura


«La Chiosa» dà un ampio spazio alla letteratura sia dedicando numerose recensioni a scrittori e scrittrici con una prospettiva europea, sia pubblicando romanzi, novelle e componimenti in versi inediti. Tra il 1920 e il 1925, le appendici de «La Chiosa» sono romanzi a firma di Flavia Steno: compare dal 16 dicembre 1920 fino al 29 settembre 1921, in concomitanza con l’acerba battaglia del settimanale contro il divorzio, il romanzo a tesi Gli orfani dei vivi ((Per un’analisi del romanzo si veda il mio articolo: «Questo, io penso, e per questo sono contro il divorzio». Il dibattito sul divorzio nella rivista femminile «La Chiosa» (1919-1927), «altrelettere», pp. 24-49. doi: https://doi.org/10.5903/al_uzh-46))), che sarà poi edito in volume nel 1926 da Treves. Dal 14 dicembre 1922 fino al 13 settembre 1923 esce a puntate Il silenzio ardente e, dal 20 dicembre 1923 fino al 9 aprile 1925, il romanzo Speroni d’oro, scritto a quattro mani con Ferdinando Tenze. Segue, per tre numeri (16 aprile 1925-30 aprile 1925), il romanzo breve Nelle spire di Temi. Episodio di vita d’emigrazione di Paulo Brenna. L’ultimo romanzo di Steno pubblicato a puntate da «La Chiosa» è Il tuo cuore (16 luglio 1925-31 dicembre 1925). Con il cambio della direzione cambiano anche le firme delle appendici: dal 14 gennaio 1926 al 3 giugno 1926 viene pubblicato Amore in sordina di Ruth Robertson, indicato come una traduzione di Mario Laverna (ma non sono reperibili dati né sull’autrice, né sul traduttore), mentre dall’8 luglio 1926 iniziano le pubblicazioni di Don Camaléo di Curzio Malaparte, bruscamente interrotte il 17 febbraio del 1927. ((Sulla vicenda si veda Edda Ronchi Suckert, Malaparte, vol. I, Firenze, Ponte alle Grazie, 1991, p. 173.)) Nell’ultimo semestre di attività de «La Chiosa», infine, verranno pubblicati in contemporanea Il matrimonio di Lolette di Marie Troussant e L’anello di zaffiro di Aryan (21 luglio 1927-25 dicembre 1927).

Salvo poche eccezioni, sulla pagina letteraria compare ogni settimana una novella inedita, per un totale di 217 testi. Alcuni sono siglati dalle ‘grandi firme’ dell’epoca: Carola Prosperi (26 novelle), Mura (4 novelle) e Milly Dandolo (4 novelle). Si tratta dell’unica forma di collaborazione di queste autrici a «La Chiosa» mentre, nei casi di Willy Dias (9 novelle), Donna Paola (5 novelle) Teresa Tettoni (7 novelle), ad esempio, la pubblicazione di novelle va di pari passo alla stesura di articoli. Le novelle sono principalmente di mano femminile, ma compaiono anche 13 firme maschili, quelle di Guido Milanesi, Umberto Cavassa, Gustavo Traglia, Primo Luigi de Allegri, Mario Faggioni, Arrigo Fugassa, Valentino Gavi, Carlo Otto Guglielmino, Augusto Lenzoni, Alfredo Mantero, Giannetto Ragonesi, Giuseppe Zucca e Aldo Zucchini. Tra queste, la collaborazione più intensa è quella con Guido Milanesi, che pubblica 13 novelle. Di numero esiguo ma non trascurabili sono le traduzioni di George Allan England (traduzione di Matilde Bargelli), José Maria Eça de Queirós (traduzione di Mario Puccini), Wsewolod Michailowitsch Garschin (traduzione di Bruno da Siena) e Růžena Schwarzová (indicata come Rosa Schwarzovà, traduzione di Anastasia Trapplova). I testi sono di argomento vario e sono un documento importante della produzione narrativa delle donne nei primi anni Venti. ((Sul tema si veda: Robin Pickering-Iazzi, Unspeakable women: selected short stories written by Italian women during Fascism, New York, Feminist Press at the City University of New York, 1993.))

Più esigua la pubblicazione di versi (102 componimenti di varie forme metriche). In questo caso, le firme che compaiono con più frequenza sono quelle di Emma Pellegrini (16 componimenti) e Lina Giobbe Frangipani (11 componimenti).

La letteratura è, come si diceva, anche uno dei temi più trattati da «La Chiosa». Nei suoi otto anni di attività, la rivista discute, commenta, recensisce e menziona più di 1000 pubblicazioni (compresi non solo volumi, ma anche articoli in rivista, conferenze, rappresentazioni teatrali e cinematografiche) e dà visibilità a circa 1300 persone attive nell’ambito letterario o culturale (la lista completa dell’attività di ricezione de «La Chiosa» è consultabile alla sezione Banca dati). L’attività letteraria degli italiani e delle italiane è la più rappresentata (724 persone, di cui 288 donne), ma non mancano ricorrenti riferimenti al panorama culturale estero:

I paesi stranieri più rappresentati sono la Francia (285 persone recepite, di cui 113 donne), l’Inghilterra (61 persone recepite, di cui 34 donne) e la Germania (54 persone recepite, di cui 24 donne). Le modalità di ricezione (tanto per gli autori e le autrici, quanto per le altre persone ricordate da «La Chiosa») sono variabili e dipendono anche dalla struttura della rivista: l’alto numero di personalità francesi si deve non soltanto ai continui e intensi rapporti culturali tra Italia e Francia, ma anche alla penna di Georgette Royer e alla sua rubrica ‘Lettere da Parigi’. Oltre agli articoli dedicati a singoli testi e autori/autrici, numerose sono le rassegne di letterature straniere, come Scrittrici tedesche (II, 12, 18 marzo 1920) di Ornella o Note di letteratura tedesca (VI, 30, 24 luglio 1924) di Ferdinando Garibaldi con aggiunte di Steno. Appare quindi evidente l’intenzione della rivista di fornire alle sue lettrici e ai suoi lettori una panoramica ampia su quanto avveniva in campo letterario dentro e fuori i confini italiani. Dal molto lontano al molto vicino: «La Chiosa», infatti, riserva un’attenzione particolare alla scena letteraria ligure e ai suoi animatori e animatrici, dimostrandosi un documento importante per ricostruire le attività culturali soprattutto femminili locali.