Corrispondenze


Fin dai primi mesi di attività, «La Chiosa» adotta il format “Lettere da”, molto diffuso nella stampa degli anni Venti. Le corrispondenze riguardano non soltanto i paesi stranieri, ma anche il territorio italiano. Nel 1920 vengono attivate le corrispondenze da Trieste (sotto le rubriche: “Lettere da Trieste”, “Lettere triestine” e “Lettere adriatiche”), da Parigi, da Roma, dalla Germania e da New York. Le prime sono curate da Ada Sestan fino al giugno 1922 e definitivamente terminate con l’articolo Un’Esposizione (anno V, n. 7, 15 febbraio 1923) di Delia Benco. Questa particolare corrispondenza è in linea non solo con l’interesse che «La Chiosa» riserva alla questione adriatica, ma anche con l’attenzione con cui guarda al tessuto culturale triestino, certamente dovuta anche alle numerosi collaboratrici provenienti da quell’area. Nello stesso anno, in maggio, compaiono anche le “Lettere romane”, curate da Paola Baronchelli Grosson con lo pseudonimo Costanza di Claudio. Si tratta di una delle rubriche più longeve de «La Chiosa», pubblicata a cadenza irregolare fino al 1926 (120 articoli). La corrispondenza dalla capitale è estremamente variegata e informa lettrici e lettori su fatti di attualità politica, culturale, su avvenimenti curiosi e fenomeni di costume, con un tono generalmente ironico e distaccato. Altrettanto ricca è la corripondenza da Parigi, curata principalmente da Georgette Royer e raccolta sotto diversi titoli: “Lettere parigine”, “Lettere da Parigi”, “Corrispondenza de La Chiosa da Parigi”, “Chiose parigine” e “Cronache parigine” (231 articoli). In questo caso, la rubrica si sofferma in particolare su eventi culturali, soprattutto connessi alle donne e alle loro attività intellettuali, con un ricorrente intento genealogico. Principalmente dedicate a temi politici e culturali (con particolare attenzione alle celebrazioni per il Centenario Dantesco) sono le “Lettere dalla Germania” di Maria Offergeld Merlo. Ultima corrispondenza attivata nel 1920 e con un numero abbastanza rilevante di articoli è quella dall’America, curata da Jane Flyming, con dei contributi di Paulo Brenna, Giuseppe Prezzolini, Mantica Barzini e J.J. de Moro. Gli articoli sono raccolti sotto diversi titoli: “Lettere dall’America”, “Lettere americane”, “Lettere da New York” e “Lettere dalla California” (36 articoli). In questo caso, il numero di fatti di attualità riportati è ridotto: l’interesse di chi cura la rubrica è rivolto soprattutto a rappresentare ruoli e funzioni delle donne in America e, in particolare, a sottolineare l’esistenza di dinamiche di genere diverse da quelle italiane.

Le rubriche di corrispondenza varate negli anni successivi saranno meno ricche: solo nove sono gli articoli pubblicati nelle “Lettere da Londra” da May Havard (che compare anche come May Garden), e altrettanti quelli che appartengono alle “Lettere da Vienna” di Albertina Gebsattel. In altri casi, la dicitura “Lettere da” verrà utilizzata per dei cicli di articoli tematici, come la serie “Lettere dall’Engadina” (3 articoli), che Flavia Steno dedica a Giovanni Segantini, o “Lettere iberiche” (2 articoli) di Stefano Molle, che si occupa di donne scrittrici in Spagna e Portogallo.

Infine, un filone delle corrispondenze pubblicate da «La Chiosa» riguarda le regioni italiane. Ne fanno parte, ad esempio, le “Lettere irpine” (4 articoli) di Livia Riccardi e “Lettere dalla Sicilia” (ma anche: “Lettere siciliane” e “Lettere isolane”, 10 articoli) di Bianca Bruno.

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