Becherucci, Eugenia


Non sono disponibili notizie biografiche su Eugenia Becherucci, collaboratrice de «La Chiosa» nel 1921 e nel 1922. Il suo primo articolo è dedicato alla “donna elettrice” e, con toni ironici, ripercorre le obiezioni maschili alla concessione del diritto di voto alle donne: «Costoro pensano, pare a ragione, che la donna elettrice non sovvertirà il mondo come non lo ha sovvertito la donna avvocato, ingegnere, aviatore, ciclista… Mentre i misogini, misogini per modo di dire, che abborrono [sic.] le femmine-collettività e le adorano al dettaglio, prendono addirittura un atteggiamento difensivo se non offensivo». ((Come può votare la donna, anno III, n. 16, 21 aprile 1921)) Invece, Becherucci vedeva con favore un maggiore coinvolgimento delle donne nella vita pubblica (previa una loro ‘alfabetizzazione’ politica e sociale), che avrebbe portato a un miglioramento generale delle condizioni di vita: «non sarà la rinascita della donna che… lanam fecit – qualcosa bisogna pur concedere al secolo delle macchine elettriche – ma che domum servavit sicuramente». ((ivi.)) Particolarmente trattato è poi il tema della scuola: alla questione dell’istruzione obbligatoria, a cui i ceti più bassi si sottraggono è dedicata la serie La viva piaga dell’Italia (4-18 agosto 1921), mentre l’articolo Quello che gli italiani non fanno ((anno III, n. 42, 20 ottobre 1921.)) si sofferma sulle scuole in Alto Adige come veicolo di italianità.