Grande, Adriano

Pseudonimo: Elena Sombri di Santo Stefano
Data di nascita: 1897
Luogo di nascita: Genova
Data di morte: 1972
Luogo di morte: Roma
Nazionalità: italiana
Attività: giornalista, poeta, scrittore, pittore

Autodidatta, fin dalla Prima Guerra Mondiale entra in contatto con l’ambiente culturale e giornalistico genovese e intesse relazioni in particolare con Camillo Sbarbaro, Angelo Barile e Eugenio Montale. Dal luglio 1924 è redattore per la critica letteraria de «Il Giornale di Genova», dal quale viene però bruscamente licenziato. Dal 1929 si occupa di critica letteraria e politica interna per «Il Secolo XIX».

Grande esordisce come poeta con il volume Avventure (1927) e nel 1931 fonda la rivista culturale «Circoli». Dal 1934 è a Roma, dove è impiegato al sottosegretariato per la Stampa e la Propaganda, poi Ministero della Cultura popolare (1937). Partecipa come volontario alla guerra d’Africa e nel 1939 gli viene affidato l’incarico, mai portato a termine a causa del sopraggiungere della guerra con la Grecia, di fondare in Albania un Istituto di Cultura italiana.

Durante il primo semestre del 1926 è direttore de «La Chiosa» con lo pseudonimo Elena Sombri di Santi Stefano. Alla presunta nuova direttrice, Grande dedica l’articolo Saluto ad Elena Sombri di Santo Stefano, corredato di una fotografia a tutta pagina e pubblicato, non a caso, il 1° aprile del 1926. Sotto la sua direzione la rivista si ‘maschilizza’: Grande inaugura la rubrica Bussole e scandagli letterari e introduce vari collaboratori come Ferdinando Garibaldi, Giovanni Petraccone e Carlo Marcello Rietmann. Diversi gli articoli dedicati alla politica culturale fascista: nel febbraio del 1926 recensisce la mostra Prima Mostra d’Arte del Novecento italiano mentre, il mese precedente, aveva parlato con toni positivi della fondazione dell’Accademia d’Italia (che sarà attiva, però, solo dal 1929): «Servirà anch’essa [l’Accademia] unitamente agli altri nuovi o rinnovati enti culturali e politici, a disciplinare quella schiera d’italiani nuovi che dovranno formare la futura classe dirigente italiana: la classe che farà l’impero» ((L’accademia d’Italia, anno VIII, n. 2, 14 gennaio 1926)). All’articolo segue, nel marzo del 1926, il lancio del referendum Le donne nell’Accademia di Italia. Suo, infine, l’articolo Una poetessa: Grazia Deledda e la sua opera ((anno VIII, n. 52, 16 dicembre 1926)) scritto per celebrare il conferimento all’autrice del Nobel della Letteratura. L’articolo riporta, inoltre, una breve nota inviata da Deledda alla redazione: «Gentile Signorina, Con vivo interesse ho letto gli ultimi numeri della CHIOSA: il suo periodico è vivo, vibrante di giovinezza e di fede, ed è facile augurargli un lungo rigoglioso avvenire» ((ivi)).

Fonti: Dizionario degli scrittori liguri (1861-2007), ad vocem; Stefano Verdino, Storia delle riviste genovesi: da Morasso a Pound (1892-1945), Genova, Quercia, 1993.

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