Dialogo
Testo
Riassunto
Personaggi
Coro
- Parafrasi
- Fonti
- Lingua & Stile
Temi
Fonti
Modelli Strutturali
|
Coro dei morti
L’unica nel mondo ad essere eterna sei tu, Morte,
in cui ogni cosa creata trova la pace,
in te riposa il nostro essere senza più vita,
non (sei) lieta ma (sei) riparo dal dolore dell’esistenza.
Una notte profonda, senza tempo,
oscura il pensiero grave della (nostra) mente confusa;
lo spirito vitale ormai privo di sensazioni sente l’assenza
dell’energia necessaria per concepire speranze e desideri:
così lo spirito è privo d’affanno e di timore
e tarscorre gli anni senza consapevolezza e senza tempo.
Vivemmo: e come nell’animo di un fanciullo
va agitandosi il ricordo confuso di un fantasma pauroso o di un incubo,
così noi ricordiamo come un’immagine confusa il nostro essere vissuti:
ma questo ricordare è senza timore, in questa assenza di ogni attivo spirito vitale.
Cosa fummo?
cosa fu quel punto che provocò sofferenza e che fu chiamato vita?
A noi oggi la vita appare come una cosa arcana,
un enigma tale da destare uno smarrito stupore,
come l’ignota morte appare ai vivi.
La nostra natura come da viva fuggiva la morte, ora fugge dalla fiamma della vita.
Non è lieta (la morte), ma sicura perché nega ai morti e ai vivi l’essere felici.
|
|