La gita a Chiasso

Trent'anni di sconfinamenti culturali tra Svizzera e Italia (1935-1965)

Max Frisch – E cantano ancora

Traduzione, Nun singen sie wieder, Max Frisch, Fantasio Piccoli, Paolo Grassi, Rosa & Ballo, Kurt Reiss Verlag.


Nel febbraio del 1947 la rivista italiana «Sipario», fondata nel 1946, pubblica la traduzione integrale di Nun singen sie wieder, dramma in due parti rappresentato per la prima volta allo Schauspielhaus di Zurigo il 29 marzo del 1945 e che segnò il debutto teatrale di Max Frisch. Si tratta della prima opera di Frisch tradotta in Italia, fatto finora sfuggito alla critica. La traduzione nacque per iniziativa privata di Fantasio Piccoli che tramite Paolo Grassi, che ottiene i diritti dal Kurt Reiss Verlag di Basilea (lo stesso editore, in quegli anni, di Brecht), riuscì a far pubblicare il testo su «Sipario». Il dramma non trovò invece spazio nell’importante collana teatrale fondata e diretta dallo stesso Grassi presso l’editore Rosa e Ballo, né avrebbe successivamente, nel 1953, trovato collocazione nell’einaudiana “Collezione di teatro” diretta sempre da Grassi. Non vi furono inoltre rappresentazioni del dramma, sicché di fatto l’iniziativa di Piccoli cadde nel vuoto tanto che Frisch in Italia rimase sostanzialmente sconosciuto fino al 1959, anno della pubblicazione di Stiller (Mondadori) e Homo faber (Feltrinelli). Per la prima rappresentazione di un dramma di Frisch bisognerà invece attendere il 1962, anno della messa in scena di Andorra. Nello stesso anno Feltrinelli pubblicò, per la cura di Enrico Filippini, una raccolta dei drammi di Frisch nel quale tuttavia non figura né si fa cenno al Nun singen sie wieder tradotto da Piccoli 15 anni prima.

 

Bibliografia di riferimento:

  • Alessandro Bosco, “E cantano ancora”. Un capitolo inedito della ricezione di Max Frisch in Italia (1946-1959), in Bosco, Bragato, Brunner, Castagnola, Crivelli, La gita a Chiasso. Trent’anni di sconfinamenti culturali tra Svizzera e Italia (1935-1965). Percorsi e approfondimenti (in corso di stampa).
  • Id., Enrico Filippini e la ricezione di Max Frisch in Italia: “Stiller”, “Homo faber” e il “Diario d’antepace” (1959-1962), in Tatiana Crivelli-Laura Lazzari (a cura di), «Chi sono io? Chi altro c’è lì?». Prospettive letterarie dalla e sulla Svizzera italiana, Firenze, Cesati, 2016, pp. 45-66.

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