La gita a Chiasso

Trent'anni di sconfinamenti culturali tra Svizzera e Italia (1935-1965)

G. Lopez – «Il cammino della speranza»

in “Epoca”, IV, 155, 20 settembre 1953, pp. 37-43


Attraverso diversi documenti e fotografie, nell’articolo Lopez ricostruisce la vicenda di migliaia di rifugiati italiani che come lui trovarono ospitalità in Svizzera nel biennio 1943-1945. Lopez racconta sia della vita di singole persone, sia dei sistemi, più o meno ufficiali e/o legali, messi in moto in quegli anni per far fronte al fenomeno: contrabbando di merci e documenti, “passatori”, attività clandestine, la complessa questione del diritto d’asilo, il ruolo delle istituzioni culturali (scuole, università, giornali). Lungo tutto l’articolo l’autore nomina e ringrazia persone ed enti che resero possibile l’accoglienza dei rifugiati italiani, e che furono disponibili nel fornire documentazione e fotografie, tra cui il Dipartimento Federale di Giustizia e Polizia e quello Militare di Berna, la Croce Rossa elvetica, l’Ambasciata d’Italia a Berna, il Vice-Consolato d’Italia a Berna.

L’iniziativa di Arnoldo Mondadori

Dalla corrispondenza tra Lopez e Arnoldo Mondadori, custodita alla Fondazione Mondadori, emerge che l’articolo fu fortemente voluto da Mondadori stesso, il quale lo richiese espressamente a Lopez in una lettera riservata del 9 maggio 1952. Il fine di Mondadori era probabilmente quello di proseguire il processo di riabilitazione politica della casa editrice sia in Italia sia in Svizzera, poiché essa durante il Ventennio aveva avuto intensi legami con la dirigenza fascista. La penna di Lopez era tra le più adatte per questo scopo: ebreo, era stato anche lui rifugiato in Svizzera (nei campi profughi) e aveva recentemente pubblicato un resoconto di quell’esperienza ne Il campo (Milano, Mondadori, 1948, vincitore del Premio Bagutta). Nella stessa lettera Mondadori stila inoltre un breve elenco delle personalità da menzionare (e ringraziare) nell’articolo, le quali compariranno infatti nella redazione finale.

Tra di esse, una posizione particolare ha il capitano ticinese Guido Bustelli (soprannominato “Livio di Chiasso”), il quale aiutò molti rifugiati italiani in Ticino. Come emerge da uno scambio di lettere tra Lopez e Bustelli (datate 7 e 8 settembre 1953, conservate alla Fondazione Mondadori), quest’ultimo fornì diverse indicazioni sulla stesura dell’articolo, ma mosse anche alcune obiezioni, come l’inserimento del nome di Pino Bernasconi tra gli intellettuali luganesi che aiutarono i rifugiati (in quanto filofascista egli era inviso a Bustelli, ma Lopez lo dovette inserire in virtù dei buoni rapporti che intratteneva con Mondadori), l’omissione dei nomi di diversi “passatori”, l’attività clandestina di Guglielmo Canevascini, che forniva lasciapassare falsi. Anche Egidio Reale fornì diverse informazioni a Lopez sulle vicende di quegli anni, in due lettere datate 14 agosto 1953 e custodite nel fondo Lopez presso l’archivio della Fondazione Mondadori.


Tipo di documento: Articolo di periodico
Autore: Guido Lopez
Lingua di pubblicazione: Italiano
Luogo / paese di pubblicazione / produzione: Milano
Editore: Mondadori
Data (pubblicazione/emissione): 20 settembre 1953
Datazione: 20 settembre 1953

Anno, numero, fascicolo: IV, 155, 20 settembre 1953

Pagine: 37-43
Archivio: Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori - fondo Guido Lopez
Tipo di supporto: Cartaceo

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