La parte introduttiva della novella VI.5 esprime un vero e proprio panegirico del genio artistico e dellumiltà di Giotto. Verso la fine della novella si accenna ad unaltra caratteristica particolare dellartista, cioè di essere un "bellissimo favellatore". Il motto finale fornirà, in effetti, una prova acuta della prontezza di parola di Giotto. Giotto parlando quale favellatore a Forese rispecchia la funzione di Panfilo-narratore che a sua volta si rivolge ai membri della brigata.
Lo spirito di Giotto diventerà leggendario. Vorremmo proporre a questo proposito alcuni aneddoti messi per iscritto dallAnonimo Fiorentino nel suo Commento alla Divina Commedia, e da Giorgio Vasari nelle sue Vite.
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di papa Benedetto XII |
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re di Napoli |
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Gaetano Milanesi (MILANESI, 1906, p.426) mette in luce che Giotto fu anche poeta. Il barone di Rumohr, infatti, scoprì una canzone in lode della Povertà, scritta da Giotto.