L’Anonimo Fiorentino ricorda una storia che illustra la leggendaria arguzia di Giotto:

"[...] Et dicesi che, oltre all’arte del dipigniere, egli fu intendente et valente et eloquente uomo: e dipigniendo a Bologna una capella, il Cardinale che a quel tempo era Legato et Vicario della Chiesa in Bologna, andando spesso a vederlo, gli giovava di ragionare con lui: et faccendo un dì et dipigniendo un Vescovo, et facendogli la mitria, il Cardinale, per udirlo, il dimandò un dì perchè a’vescovi si facea la mitria, et che volevon dire quelle due corna della mitria.

Giotto gli rispose: Signore et padre reverendo, voi il sapete; ma poi che voi volete udirlo da me, queste due corna significano e dimostrono che chiunque tiene luogo di vescovo, o d’altro cherico che porti mitria, egli debbe sapere il Testamento vecchio, et il nuovo.

Il Cardinale, non contento a questa risposta, che gli piacque, il dimandò che vogliono dire quelle due bende che si pongono pendenti dirietro alla mitria?

Giotto, accorgendosi ch’egli avea diletto di lui, e ch’egli l’uccellava, disse: Queste due bende significano ch’e pastori d’oggi non sanno nè il Testamento vecchio nè il nuovo, et però l’hanno gettate dirietro. [...]"

(Commento alla Divina Commedia d’Anonimo Fiorentino del Secolo XIV, ed. P. Fanfani, Bologna, 1868, II, pp.187.ff.)