L’allieva sostituisce la maestra


Il mese di giugno, in cui esce un unico numero eccezionalmente di 24 pagine, è evidentemente un momento di ripensamento della rivista. Il numero del 1 luglio annuncia un nuovo cambiamento nella direzione, le cui redini passano a Elsa Goss. Così suonava il nuovo programma del settimanale: «Noi intenderemo la politica essenzialmente come patriottismo, sentimento assoluto di italianità; ed il femminismo come elevazione spirituale della donna e, piuttosto, che come rivendicazione di nuovi diritti, come accrescimento di più solenni doveri» ((Confessione al pubblico, anno VIII, n. 23, 1 luglio 1926)). Durante la direzione di Goss, «La Chiosa» si sforza di riformulare il rapporto tra femminismo e fascismo, nella misura in cui tenta di rendere compatibile l’accento posto sulla famiglia da parte del regime con altre possibilità di espressione del femminile. La relativa apertura del settimanale, però, viene meno quando Goss lascerà la direzione, nel luglio del 1927. Degna di nota è infine la pubblicazione in appendice (dal luglio 1926 al febbraio 1927) del romanzo Don Camalèo ovvero Ho allevato un camaleonte di Curzio Malaparte.