Una «Chiosa» politica


Sarà in ambito politico, e in particolare rispetto all’atteggiamento nei confronti del fascismo, che «La Chiosa» si distanzierà dalle linee guida perroniane. Anche il settimanale di Steno incorre nell'”equivoco” di vedere il movimento fascista come una parentesi nella politica liberale del Paese, e di considerare i suoi eccessi violenti come una “sana reazione” al pericolo bolscevico. Da fine maggio 1922, però, «La Chiosa» si impegna in un’attiva promozione del Partito Liberale, in più occasioni invitato ad avvalersi anche della collaborazione femminile. Allo stesso tempo, dall’agosto di quell’anno, Steno inizia una coraggiosa campagna di denuncia delle violenze squadriste. Dopo la marcia su Roma, Flavia Steno confida le sue preoccupazioni a Ilario Rinieri (1 maggio 1922  e s.d.). In questo contesto la giornalista propone, senza successo, ai fratelli Perrone di comprare «La Chiosa» e  tenta di ovviare alle difficoltà economiche con l’intensificazione delle pubblicazioni in appendice (cfr. la lettera di Matilde Serao del 20 dicembre 1922).