Royer, Georgette


Di Georgette Royer non si hanno notizie, se non quelle fornite da Steno ai fratelli Perrone nella lettera dell’8 dicembre 1924: la giornalista sarebbe la sorella del direttore de «L’Éclair» parigina. Ancora, nell’articolo p. p. c. ((anno VII, n. 53, 31 dicembre 1925.)), Steno così descrive Georgette Royer: «la mia cara, fedele, devota amica della mia prima giovinezza che da Parigi volle assicurarmi la sua collaborazione dal primo giorno». Infine, in un suo articolo del 4 gennaio 1923, La serva ispiratrice e una moda mortificante, Royer afferma di aver collaborato a «La Fronde» e qui di aver conosciuto Marcelle Tinayre (a cui l’articolo è dedicato).

Royer è corrispondente da Parigi per «La Chiosa» dal 1921 al 1925: le sue Lettere da Parigi, di carattere spesso aneddotico, si occupano della vita culturale francese, sia riportando eventi attuali (come il conferimento del premio Nobel a Anatole France nel 1921 o l’Exposition des femmes célèbres organizzata da Marguerite Durand nell’anno successivo), sia soffermandosi su luoghi particolari di Parigi, come il carcere femminile di Saint-Lazare (15 settembre 1921) o l’Hôtel de la Païva (15 giugno 1922), sia relazionando su mode, costumi o curiosità.

Soprattutto, però, la corrispondenza offre dei medaglioni sulle francesi illustri, con particolare attenzione alle scrittrici: tra le altre, grande spazio è dato a George Sand, Marcelle Tinayre e Juliette Adam. Inoltre, un tema più volte toccato è quello del rapporto tra scrittrici e istituzioni culturali. In particolare in Le futili cose gravi e le gravi cose futili (13 marzo 1924), Royer delinea una carrellata delle donne francesi ammesse alla Académie royale de peinture et de sculpture per giustificare l’accesso delle scrittrici all’Académie française. In Una levata di studi (14 agosto 1924), con lo stesso richiamo alle donne illustri del passato rivendica invece il diritto delle donne di frequentare la facoltà di medicina.