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     Operette morali

  Operette morali
 
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La Storia del Testo

Le Operette morali vengono stampate a Milano dall’editore Antonio Fortunato Stella nel 1827. Tre di esse (Dialogo di Timandro e di Eleandro, Dialogo di Torquato Tasso e del suo Genio familiare e Dialogo di Cristoforo Colombo e di Pietro Gutierrez) erano uscite nel 1826 sul numero di gennaio dell’Antologia e successivamente sul Nuovo Ricoglitore. L’editore Stella propone anche a Leopardi di pubblicare l’opera a fascicoli nella collana Biblioteca amena; Leopardi risponde protestando:

[…] un libro di argomento profondo e tutto filosofico e metafisico, trovandosi in una Biblioteca per Dame, non può che scadere infinitamente nell’opinione, la quale giudica sempre dai titoli più che dalla sostanza. La leggerezza di una tal collezione è un pregio nel suo genere, ma non quando sia applicata al mio libro. Finalmente l’uscir fuori a pezzi di 108 pagine l’uno [erano tometti misurati tutti sullo stesso numero di pagine], nuocerà sommamente ad un’opera che vorrebb’esser giudicata dall’insieme, e dal complesso sistematico, come accade di ogni cosa filosofica, benché scritta con leggerezza apparente (BINNI 318).

Con la sua reazione alla proposta dell’editore, Leopardi si dimostra molto attaccato alla sua opera; la definisce filosofica e la considera del tutto organica, non una raccolta di prose sparse. L’edizione completa, con l’aggiunta delle ultime quattro operette scritte negli anni successivi al 1824, esce nel 1835 a Napoli, presso l’editore Saverio Starita. Questa edizione non ottenne il permesso di pubblicazione ufficiale, ma ebbe lo stesso un buon successo.