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Riassunto Coro
I morti dello studio di Ruysch innalzano un inno alla morte, considerandola l'unico rifugio dal
dolore dell'esistenza, sola difesa contro l’«antico dolor» (vv.5-6).
Con la morte, l’irrealizzabile desiderio («sudato sogno», v.15) e la dolorosa speranza di raggiungere una felicità impossibile si dileguano dall’animo, così lo spirito «d’affanno e di temenza è [finalmente] sciolto» (v.11).
L’annullamento di aspettative inattuabili, e quindi dolorose, non porta alla felicità dello spirito; infatti, come dicono gli stessi morti, di «esser beato/ Nega ai mortali e nega a’ morti il fato» (vv.31-32).
Tuttavia, con la perdita dei sensi, la profonda infelicità (dovuta alla privazione del piacere) vissuta dall’uomo durante la sua esistenza svanisce e l’anima, anche se non «lieta» (v.30), è almeno esente da sofferenza.
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