La gita a Chiasso

Trent'anni di sconfinamenti culturali tra Svizzera e Italia (1935-1965)

Mazzucchetti / Lohner – «Die Schweiz und Italien»

Monografia

Lavinia Mazzucchetti, Reto Roedel, Centro Studi per la Svizzera italiana presso la Reale Accademia d’Italia, Giuseppe Zoppi

 

1. Le due edizioni

Die Schweiz und Italien: Kulturbeziehungen aus zwei Jahrhunderten uscì per l’editore Benziger di Einsiedeln nel 1941. Il volume affronta il tema dei rapporti culturali tra Svizzera e Italia attraverso una serie di casi studio che toccano diverse tematiche (storia, letteratura, costume, etc.) e personalità storiche.

L’anno successivo Mazzucchetti e Lohner allestirono un’edizione italiana per Hoepli, che dovettero però modificare secondo le direttive del MINCULPOP, come indicato nell’autorizzazione alla stampa rilasciata dall’ente (15 giugno 1942):

Si comunica che questo Ministero autorizza la traduzione dell’opera purché siano eliminati taluni giudizi particolarmente aspri nei riguardi degli Italiani (pagg. 200, 209, 216. 217. 238, 269) e adeguatamente commentati altri più tollerabili. Comunque, è necessario che la traduzione sia preceduta da una premessa che illustri le condizioni storiche e culturali dell’Italia nei secoli XVIII e XIX e contemperi, nello stesso tempo, i giudizi meno generosi espressi dagli stranieri.

L’Italia e la Svizzera: relazioni culturali nel Settecento e nell’Ottocento uscì nel 1943. È sostanzialmente una riedizione del volume del 1941, con la sola aggiunta di alcune lettere tra Bettino Ricasoli e Betsy Meyer (ultimo capitolo), le cui carte preparatorie sono conservate presso la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori di Milano, archivio Mazzucchetti. Il volume è diviso nei seguenti capitoli:

  1. Gli italiani studiano la Svizzera, su diverse personalità italiane nel Settecento e nell’Ottocento, tra cui Alessandro Volta, Giacomo Casanova, Vittorio Alfieri, Giulio Carcano, Francesco De Sanctis.
  2. La Svizzera terra d’asilo, sull’esperienza svizzera di alcuni esuli italiani, tra cui Ugo Foscolo, Giuseppe Mazzini, Carlo Cattaneo.
  3. L’Italia grande maestra, sull’influsso italiano su alcuni intellettuali svizzeri, tra cui Heinrich Meyer, Conrad Gessner, Stefano Franscini.
  4. La Svizzera quale iniziatrice, su studi e influssi sulla cultura italiana da parte di personalità svizzere, tra cui Sismondi e Gian Pietro Viesseux.
  5. Influssi pedagogici, sull’influenza della pedagogia svizzera in Italia (Padre Soave e Manzoni, Pestalozzi, etc.).
  6. Mercenari e volontari, sui rapporti militari tra svizzeri e italiani.
  7. Amicizie e incontri, su rapporti personali tra personalità svizzere e italiane (M.me De Staël e Vincenzo Monti, Giacomo Leopardi e Luigi de Sinner, e la cerchia di amici svizzeri di Bettino Ricasoli).

 

2. Recensioni

L’opera fu largamente recensita su giornali e riviste svizzeri e italiani, come riportato su diverse carte conservate nel Fondo Mazzucchetti presso la l’archivio Mondadori. Dell’edizione tedesca parlarono, tra gli altri, “Neue Zürcher Zeitung”, “Sonntagsblatt der Basler Nachrichten”, “Gazette de Lausanne” (Henri De Ziegler, 28 novembre 1941), “La liberté” (Friburgo, 19 gennaio 1942), “Archivio storico della Svizzera italiana” (Reto Roedel), “Nuova Antologia” (Giuseppe Zoppi), “Svizzera italiana” (Arminio Janner); di quella italiana “Gazzetta ticinese” (Alice Suzanne Alvrecht), “L’Italia” (Stefano Jacini), , “Rivista degli studenti svizzeri” (Giuseppe Zoppi). Le recensioni di Roedel e di Zoppi sono particolarmente interessanti, perché individuano due atteggiamenti opposti nei confronti del volume.

Pur riconoscendo i meriti del lavoro di Mazzucchetti, la recensione di Roedel all’edizione tedesca (in “Archivio storico della Svizzera italiana”, XVII, 1, marzo 1942) sostiene che i giudizi delle autrici siano troppo sbilanciati positivamente verso la Svizzera, che ne esce celebrata, mentre l’Italia ne uscirebbe piuttosto criticata. Una posizione ingiusta, secondo Roedel, tanto più che da qualche anno l’Italia starebbe dimostrando invece la propria grandezza. Roedel dimostra insomma un certo allineamento con il regime fascista, e la sua critica è simile a quella espressa dal MINCULPOP nell’autorizzazione alla stampa dell’edizione italiana . Da rilevare, inoltre, che Roedel aveva da poco concluso (marzo 1940) un tour di conferenze in Italia (Roma, Napoli, Luino, Bergamo, Trieste, Torino) proprio sui rapporti tra i due Paesi, per incarico del Segretariato degli Svizzeri all’estero della “Nuova Società elvetica”, e che il testo era stato raccolto nel volumetto Relazioni italo-elvetiche nel presente e nel passato (Lugano, Veladini, 1941).

Le recensioni di Zoppi (in “Nuova Antologia” all’edizione del 1941, in “Civitas. Rivista degli studenti svizzeri”, VI, 86, all’edizione del 1943) sono invece genericamente positive, purché si limitino a ripercorre puntualmente i vari capitoli del volume. La recensione all’edizione italiana si chiude con un implicito plauso alle autrici, e con l’esortazione a continuare i loro studi: “gli studiosi italiani di cose svizzere, e gli studiosi svizzeri di cose italiane, possono ben lavorare con tranquilla coscienza, sicuri di essere i continuatori di una tradizione antica e per tutti benefica” (p. 6).


Next Post

Previous Post

© 2024 La gita a Chiasso

Ein Forschungsprojekt des Romanischen Seminars der Universität Zürich