Già invitato dal Presidente dell’Accademia d’Italia Luigi Federzoni un mese prima (20 aprile 1941) a far parte del Consiglio Direttivo del Centro Studi per la Svizzera italiana, Francesco Chiesa decide di acconsentire solo dopo questa lettera dell’amico Arrigo Solmi.
Estratto della lettera
“La tua presenza fra noi, anche se limitata a qualche incontro, ci sarà conforto a questo lavoro, speso in una sfera puramente scientifica in servigio di un’idealità che deve stare ugualmente a cuore ai ticinesi che non intendono derogare dal loro lealismo verso la Confederazione cui appartengono, e agli italiani che si rendono conto del valore che ha, per la cultura e la civiltà europea la reciproca conoscenza e comprensione dei due paesi”.