Il primo libro dell'Asino d'oro di Apuleio comincia con una presentazione dellio narrante. Egli svela il suo luogo dorigine e ci dà una breve descrizione della sua vita. Alla fine del primo capitolo lio narrante si scusa degli errori stilistici nel racconto.
Comincia il racconto nel quale ci troviamo in Grecia. Lio narrante sta viaggiando verso la città di Thessalia quando incontra altri due viaggiatori. La via è difficile e ripida. Il cavallo è stanco. Aristomenes, uno dei due viaggiatori, stava raccontando una storia che sembrava irreale al suo compagno. Lio narrante interviene proprio quando veniva messa in questione la credibilità della storia cominciata. Lio narrante propone ad Aristomenes di riprendere il racconto della storia, cosa che succede poco dopo.
La storia di Aristomenes tratta di un incontro avuto con Socrates che viene inseguito dalla maga Meroe. In un albergo Aristomenes assiste come la maga e la sua sorella Panthia rubano il cuore di Socrates che sta dormendo e lo sostituiscono con una spugna. La scena è abbastanza violenta. La mattina seguente Socrates è ancora vivo e non mostra alcun segno dellavventura notturna. Lio crede di aver sognato, ma mentre Socrates sta bevendo da un ruscello rischia di cadervi dentro. Aristomenes riesce a tenerlo. Socrates è morto e viene seppellito da Aristomenes.
Il racconto di Aristomenes ha alcuni passaggi fantastici che fanno credere che la storia sia uninvenzione. Il compagno di Aristomenes vuole sapere il parere dellio narrante che crede che questi fatti siano veri. Lio ringrazia Aristomenes della sua storia che lo ha distratto dal viaggio faticoso:
Ego vero" inquam nihil impossibile arbitror, sed utcumque fata decreverint, ita cuncta mortalibus provenire. Nam et mihi et tibi et cunctis hominibus multa usu venire mira et paene infecta, quae tamen ignaro relata fidem perdant. Sed ego huic et credo hercules et gratas gratias memini, quod lepidae fabulae festivitate nos avocavit asperam denique ac prolixam viam sine labore ac taedio evasi. Quod beneficium etiam illum vectorem meum credo laetari, sine fatigatione sui me usque ad istam civitatis portam non dorso illius sed meis auribus pervecto. (Apuleius: Lasino doro, I.20) | Ma! Io, veramente, non credo impossibile nulla in questo mondo. Agli uomini capita tutto ciò che è voluto dal destino; e a me, e a voi, e a tutti succedono casi meravigliosi, forse mai accaduti prima, che, se poi li andate a raccontare a uno che non ci sè trovato, non saranno creduti. Io invece ci credo, vedete, a quel che ha raccontato lui, e lo ringrazio molto di averci divertito con questo piacevolissimo racconto che mi ha fatto passare senza fatica e senza noia questa stradaccia che non finisce mai. Penso che perfino il mio cavallo debba rallegrarsene, perché son giunto qui alla posta della città portato dalle mie orecchie invece che dal suo groppone, e quindi senza che egli abbia durato fatica.
(traduzione di Ferdinando Carlesi) |
La metafora del cavallo:
Molti critici accennano la somiglianza della novella VI.1 con il primo libro delle Metamorfosi di Apuleio, ma non danno un' analisi più approfondita. Penso che le Metamorfosi potrebbero essere state un intertesto della novella di Boccaccio, visto che si tratta di un romanzo della cultura classico-latina che era molto diffuso.
Il primo punto comune è luso della tematica narrare viaggiando". Il tema portare qualcuno narrando una novella" non viene più usato in forma di enigma. Il narrare viaggiando" ha la funzione di distrarre i viaggiatori e di alleggerire il viaggio. Nel racconto di Apuleio lio narrante dice di essere stato portato dalla novella di Aristomene soltanto dopo che questultimo ha finito il suol racconto. Viene constatato quindi leffetto di distrazione soltanto dopo la fine del racconto. La distrazione è quindi il risultato del narrare viaggiando".
Nella novella di Boccaccio il narrare viaggiando" viene proposto dal cavaliere. La distrazione dal tedio del viaggio è un obbiettivo da raggiungere, cosa che poi non avrà luogo.
Nelle Metamorfosi si mostra un modello positivo di distrazione, mentre nel Decameron abbiamo un modello di fallimento.
Il viaggio durante il racconto di Aristomenes viene eseguito a piedi. Infatti lio narrante scende dal cavallo poco prima dellincontro con gli altri due viaggiatori. Lio narrante non viene portato dal cavallo, ma dalla novella raccontata, quindi come dice egli stesso dalle sue orecchie. Anche nella novella di Boccaccio viene menzionato il fatto ...si partivano a colà dove tutti a piè dandare intendevano,".
Il portare narrando" è in entrambi i casi un portare fitizio, una metafora per raccontare una storia per alleggerire il viaggio" (vedi: temi) e Madonna Oretta non sale sul cavallo di un cavaliere come viene mostrato in alcune illustrazioni della novella.
Struttura:
Un altro punto comune si può trovarlo nella struttura delle due opere. Come nel racconto di Aristomenes anche nella novella VI,1 (vedi intratestualità/ 4 livelli) si riescono a trovare diversi livelli narratologici. Il primo livello e la cornice allinizio del primo libro, dove lio narrante dà un breve profilo della sua persona e comincia a raccontare le sue avventure e lincontro con i due viaggiatori. Il secondo livello è il racconto di Aristomenes. Il terzo livello è un racconto di Socrates nel racconto di Aristomenes, dove Socrates racconta delle sue avventure avute con la maga.
Narratore | Narratario | Trama | ||
livello 1 | racconto dellio narrante | Io narrante | Lettori delle Metamorfosi | Storia dellviaggio fatto dallio narrante |
livello 2 | racconto di Aristomenes | Aristomenes | Gli altri due viaggiatori | Incontro e morte di Socrates |
livello 3 | racconto di Socrates | Socrates | Aristomenes | Incanto della maga |
Questa somiglianza potrebbe essere unaltro spunto per individuare la storia di Aristomenes come intertesto della novella VI,1 del Decameron. Purtroppo non abbiamo trovato nessun critico che abbia trattato questo tema.
Una differenza tra il racconto di Aristomenes e del cavaliere è la posizione entro lopera. Se la novella VI,1 si trova al centro del Decameron il racconto di Aristomenes occupa una posizione più verso linizio dellopera.