Asino d’oro (sintesi)

Un giovane greco, di nome Lucio, recatosi in Tessaglia, la patria delle streghe, per affari e per desiderio di apprendere l’arte magica, diviene ospite ad Ipata d’un tale la cui moglie è una famosa maliarda, capace di tramutare sé e gli altri in tutto che le piaccia. Entrato nelle buone grazie dell’ancella, vede per le fessure della porta come la padrona, spalmandosi d’un certo unguento, si trasformi in barbagianni e voli via dalla finestra. Subito vuole anch’egli divenire uccello, ma la fantesca per sbaglio prende un vasetto in cambio d’un altro, cosicché il malcapitato si trova mutato in asino, conservando però giudizio e sentimento umano. La donna promette di cogliere per lui delle rose, mangiando le quali potrà ritornare uomo. Senoché di notte la casa è presa d’assalto da una masnada di ladroni, che se lo menano via, con altre due bestie e col bottino, alla caverna dove dimorano. Qui il giorno dopo vede condurre una bellissima giovane che i briganti hanno rapita al promesso sposo e affidano ad una vecchia fantesca, la quale per confortarla racconta la storia di Amore e Psiche, ascoltata anche da Lucio-asino con grande diletto. Poi, mosso a pietà dell’infelice fanciulla e spaventato dalle minacce di quei tristi, fugge con lei in groppa; ma sono ripresi e corrono pericolo di morte. Dopo varie altre disavventure è venduto a una turba di sacerdoti, della dea Sira, e passa quindi di luogo in luogo e dall’uno all’altro padrone, essendo testimone e in parte attore d’ogni sorta di biricconate, finché un ricco signore di Corinto, meravigliato della sua intelligenza e di certi gusti singolari in un asino, annunzia che l’esporrà sulla piazza perché dia di sé spettacolo osceno e ripugnante con una donna delinquente. Fugge allora inorridito a Cencrea (sul golfo Saronico), e addormentatosi sulla riva del mare vede in sogno la dea Iside, che da lui invocata con fervorosa preghiera lo avverte che il giorno dopo mangi la corona di rosa che vedrà portata in mano, insieme col sistro, dal suo sacerdote in una solenne processione. Così infatti avviene, e Lucio, ripigliata la forma umana tra lo stupore dei presenti, si affretta ad entrare nella milizia santa della dea liberatrice dai molti nomi. Infine si dà alla nobile professione di avvocato.