2. Presentazioni

Natura. Chi sei? che cerchi in questi luoghi dove la tua specie era incognita?
Islandese. Sono un povero Islandese, che vo fuggendo la Natura; e fuggitala quasi tutto il tempo della mia vita per cento parti della terra, la fuggo adesso per questa.
Natura. Così fugge lo scoiattolo dal serpente a sonaglio, finché gli cade in gola da se medesimo. Io sono quella che tu fuggi.
Islandese. La Natura?
Natura. Non altri.
Islandese. Me ne dispiace fino all'anima; e tengo per fermo che maggior disavventura di questa non mi potesse sopraggiungere.
Natura. Ben potevi pensare che io frequentassi specialmente queste parti; dove non ignori che si dimostra più che altrove la mia potenza. Ma che era che ti moveva a fuggirmi?

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Delle operette dialogate l’Islandese rappresenta uno dei pochi casi dove i personaggi non si conoscono e sono costretti a dichiararse reciprocamente la loro identità (Fabio, 1995:199). Nella porzione di testo qui evidenziata - coincidente con le prime battute del dialogo, nelle quali gli interlocutori si presentano – vengono anche espressi gli enunciati di stato dei due dialoganti. Lo sventurato Islandese si dichiara in fuga dalla Natura e viene ora a trovarsi di fronte all’acerrima nemica, la quale non attende un istante per enunciare la legge crudele e terribile che rappresenta, legge che viene esposta attraverso il paragone con l’avventura dello scoiattolo e il serpente a sonagli. Come nella cornice che introduce al dialogo, già nelle prime battute di quest’ultimo viene espresso in nuce il discorso figurativo nella Natura, corrispondente all’espressione della legge che governa l’universo, contro la quale si accanisce in seguito la lunga protesta dell’Islandese (corrispondente ai segmenti 3-10). Questa legge, qui espressa con un’immagine succinta ma pregnante, richiama il fatalismo ineluttabile che caratterizza l’andamento delle cose nell’universo - denunciato nella requisitoria del povero Islandese - universo nel quale, come nota Binni (1987: 54), l’animale piccolo non può sfuggire a quello grosso, il quale, a sua volta, ha di fronte unicamente la distruzione ed eventualmente la morte volute dalla Natura, estrema nemica di tutti gli esseri, caratterizzata già qui come una «potenza» incontrastabile.


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