La seconda parte è la dimostrazione della potenza della retorica. Lelenco delle reliquie è composto dinvenzioni di oggetti impossibili, di metafore prese alla lettera e dimmaginazioni fatte cosa (la mascella della Morte di san Lorenzo, soprattuto). La capacità creativa della retorica di frate Cipolla è così grande, che il popolo di Certaldo accetta facilmente i carboni in cambio della penna. Con la molteplicazione delle reliquie il frate sembra accenare ai beffatori che il suo deposito di reliquie è ricco e che dunque non deve temere nulla.
In questa parte (VI 10, 44) appaiano altre buffe invenzioni del frate che riguardono labuso delle reliquie che si faceva nel Medioevo (vedi anche temi ® le reliquie nel Decameron). Il degnissimo patriarca di Ierusalem, che frate Cipolla a incontrato in quelle sante terre dove lanno di state vi vale il pan freddo quatro denari e il caldo vè per niente", Nonmiblasmete Sevoipiace, ricorda nomi analoghi del Roman de la rose e quel Fiore di ser Durante fiorentino che è la sua imitazione e il rimaneggiamento in Italia. Ma il nome del patriarca sembra essere secondo il Russo propio una riduzione del francese Nemeblasmez Sevosplaît che fa pensare ad altri nomi simili (Falsembiante, madonna Astinenza, Belacceuil o Bellaccoglienza, e la benigna Simplece o Angelicanza) e ad altri nomi del romanzo francese e del poemetto italiano. Frate Cipolla menziona allinizio il dito dello Spirito Santo così intero e saldo come fu mai, e il ciuffetto del serafino che apparve a san Francesco, e una dellunghie de gherubini". Poi continua il suo elenco con degli esempi piùttosto groteschi, de raggi della stella che apparve a tre Magi in Oriente, e un ampolla del sudore di san Michele quando combaté col diavole." Il frate non si sofferma mai su una delle reliquie mostategli dal patriarca, al contrario continuna velocemente lelencazione. Frate Cipolla utilizza degli equivoci verbali che trasformano la santa fede cattolica in una donna (i vestiti della santa Fé catolica") e il Verbum caro factum est tramite lassonanza verbale popolaresca in Verbum-caro-fatti-alle finestre. Il frate spiega che dona al patriarca le piagge di Monte Morello" (che è in realtà una montgna che domina Firenze dalla parte di Careggi e Montughi) e i capitoli del caprezio" (che è un nome inventato che indica un luogo rupestre). Il patriarca li regalò a sua volta de denti della santa Croce (che è un evidente equivoco sulle braccia della santa Croce) e in un ampoletta alquanto del suono delle campane del tempio di Salomone e la penna dellagnol Gabriello, della quale già detto vho, e lun de zoccoli di san Gherardo da Villamagna" (VI 10, 47). Questultima reliquia è veramente conservata a Firenze dalla confraternita di san Bastiano, dietro lAnnunziata. San Gherardo, uno dei più antichi francescani usava portare questi zoccoli. (RUSSO, 1970, p. 241-42). Alla fine il frate riesce a trasformare la beffa in un miracolo facendo credere ai Certaldesi che è stata la volontà di Dio a scambiare le cassette!
Il Baratto spiega che lestro linguistico di frate Cipolla si accorda col divertimento stilistico del Boccaccio. Sembra che il personaggio e lo scrittore si diano la mano.
Il discorso finale di frate Cipolla si collega con quello di Guccio alla Nuta: servo e padrone sono due figure di pittoreschi e pur abituali ciarlatani, tipici di un mondo contemporaneo. In questa felice intuizione è lunità del grotesco della VI, 10; il senso reale, a differenza che in altre, che vi ha la beffa." (BARATTO, 1970, p. 381-382).