La protagonista Ginevra, oltre a possedere le conoscenze di un mercante, è anche in grado di governare un falcone (vedi Note esplicative, falcone). Nel Medioevo, questo uccello da caccia è molto stimato e apprezzato; esso diventa un simbolo della ricchezza e del potere di chi lo possiede: la caccia con il falcone era interesse anche dei sovrani orientali. Non deve quindi stupire che dei falconi pellegrini siano degni di essere regalati al sultano di Alessandria.
Il prestigio del falcone si spiega, inoltre, considerando il lungo e difficile lavoro delladdomesticatore e il risultato che egli mira a raggiungere: liberato dalle catene, il rapace deve volare alla ricerca di una preda e con essa ritornare al padrone (GETTO, ED. 1972, pp.231-238).
L'animale possiede le stimate qualità di fedeltà, maestosità, potere ed obbedienza; è inoltre l'uccello dei combattenti, dei cavalieri, di contro alla colomba, uccello abbinato alla figura dello studioso, del clericus. Questi tratti permettono di paragonarlo con la protagonista Ginevra: fedele nonostante la lontananza del marito mercante, obbediente come moglie, marinaio e guardia del sultano; ella, infine, si dimostra superiore ai personaggi maschili e sfrutta il suo potere, combattendo, per svelare la verità. La fedeltà nella lontananza è un ulteriore elemento comune alla protagonista e al rapace.
Donna partecipante alla caccia con il falcone. Tratto da un affresco di Ambrogio Lorenzetti, Palazzo Pubblico, Siena.