Ma subito giungono attorno a Francesco, finalmente comparso entro le mura della patria, uomini ansiosi d'incontrare il poeta e il maestro: Zanobi, glorioso perché già ha meritato di essere corrispondente dell'ospite, Lapo da Castiglionchio, giovane ingegnoso incerto tra le aspirazioni a una cattedra di diritto o a una maestria letteraria, un chierico modesto e pio, Francesco Nelli, priore della chiesa dei santi Apostoli. E', oramai stabilito, il 'coetus', o la schola', degli amici di Firenze: verso cui si spostano l'affetto e le attenzioni del poeta ora che la morte e i vari» casi hanno disperso i vecchi amici che si erano stretti ad Avignone nel circolo del vescovo e del cardinale Colonna. Quei giorni brevi, perchè al pellegrino non conveniva di essere distratto a lungo dalla sua meta, furono quindi stipati di colloqui e di visite: nelle case e negli studi degli amici, conoscerne l'indole e il valore e a ricercare i numeri preziosi delle loro librerie: per cui particolarmente quella di Lapo rivelò al visitatore rarità desideratissime: le Istititzioni oratorie di Quintiliano che egli ancora ignorava e orazioni di Cicerone che erano novità vergini per i letterati del Trecento. Perciò allora restò poco posto per le confidenze riposate e intime, letterarie o morali, tra il Petrarca e il suo ospite.
(Billanovich, p.94)