Il motto di Guido

Nel cuore della novella VI, 9 si collocano due motti differenti: quello provocatorio della brigata e quello reattivo di Guido. Il primo è rappresentato da una domanda retorica che implica una risposta svalutativa mettendo in rilievo il disinteresse della brigata nei confronti del credo filosofico di Cavalcanti, secondo la "diceria del volgo", epicureo. Betto e i suoi uomini sono attratti dalla fama di Guido esclusivamente per motivi di prestigio. » ricercato per le sue doti di uomo di mondo e non per il suo valore filosofico e intellettuale. "Quando tu avrai trovato che Idio non sia , che avrai fatto?" La reazione di Guido al quesito della brigata Ë pronta sia a livello verbale, con il motto, sia a quello gestuale, con il salto sopra le tombe: "Signori, voi mi potete dire a casa vostra ciÚ che vi piace"; e posta la mano sopra una di quelle arche, che grandi erano, sÏ come colui che leggerissimo era, prese un salto e fusi gittato dallíatra parte, e sviluppatosi da loro se níandÚ. (VI 9.12) Il breve momento di sbigottimento viene superato da Betto che cerca díinterpretare la risposta di Guido. Betto intende che Guido associa lui e la sua brigata alle tombe intorno al Battistero dove si svolge la scena, definendole casa loro. In questo modo sottolinea il loro vivere vano (avendo ricercato solamente il piacere immediato) che si contrappone allí essere intellettuale di Guido, il quale considera in questo modo i suoi antagonisti spiritualmente morti. Boccaccio ci propone qui due tipi díepicureismo: da una parte quello esteriore della brigata, dedita a piaceri e a volgari sensualitý, che vuole solo esibire lusso, raffinatezza ed eleganza nei comportamenti; dallíaltra parte abbiamo líepicureismo intellettuale e individualistico di Guido che respinge la filosofia di vita mediocre della brigata. » qui che si spiega líestraniamento di Guido, la sua ricerca di solitudine, creando il contrasto fondamentale tra sË, rappresentante della vita, e la brigata, condannata alla morte spirituale. In questo modo Guido prende le distanze dalla mediocritý della brigata celebrando il trionfo della parola contro líapparenza visiva futile della brigata. Alcuni critici hanno perfino riconosciuto, nel motto di Guido e nel suo salto atletico un gesto di passaggio dalla cultura morta medievale, rappresentata dalla brigata, ed una nuova concezione della vita di tipo rinascimentale che si rispecchia invece in Guido. Il critico olandese AndrË Jolles, secondo cui nel motto di Guido risuonerebbe una delle prime voci della cultura rinascimentale, rivendica il valore dellíascoltare da cui scaturisce il motto. Attraverso Cavalcanti il critico illustra 'líapologia dellíudire' celebrando la vittoria della parola, il motto di Guido, sulle apparenze visive rappresentate dalla brigata. In questo contesto la facezia intesa come genere rinascimentale Ë líespressione di uno stile filosofico superiore in opposizione a una cultura mediocre in procinto di morire. In questo senso il leggiadro salto di Guido che ha luogo in un contesto geografico estremamente simbolico (la presenza metaforica del Battistero circondato dalle tombe) esprime il valore simbolico di un rito di passaggio. Nel contrasto tra Cavalcanti e la brigata di Betto si scontrano quindi due modi di concepire la vita. Guido uscendo con il suo abile salto dalla casa dei morti attribuita alla brigata rappresenta líimmagine vincente nella giornata dedicata alla forza della parola.