Riassunto della novella
- Inizio: il narratore Panfilo riflette sul fatto curioso che la natura nasconde spesso "maravigliosi ingegni" sotto turpidissime forme duomini" constatazione che vale anche per due dei più illustri fiorentini dell'epoca: lavvocato Forese da Rabatta e lartista Giotto di Bondone. Il primo, "uno armario di ragione civile", è di statura piccola e malformata; lultimo, " una delle luci della fiorentina gloria", iniziatore di una nuova arte realistica che fa credere agli spettatori "esser vero" quello "che era dipinto", non oltrepassa affatto il suo concittadino quanto allaspetto fisico.
- Racconto vero e proprio: Forese e Giotto, entrambi proprietari di terre in Mugello, si incontrano un giorno destate mentre ritornano dallispezione delle loro possessioni a Firenze. Una forte pioggia li costringe a prendere rifugio nella casa di un contadino, amico dei due. Volendo però essere di ritorno a Firenze lo stesso giorno, prendono in prestito due mantellacci e dei vecchi cappelli dal loro ospite e continuano il viaggio sotto la pioggia. Dopo un certo tempo, il cielo si rischiara e i due si mettono a "ragionare". Mentre Giotto, un "bellissimo favellatore", sta parlando, il suo compagno di viaggio lo squadra da capo a piedi: lo trova talmente bagnato dalla pioggia e insudiciato da molteplici schizzi prodotti dagli zoccoli dei loro ronzini che egli, senza riflettere sul suo proprio aspetto, constata ridendo: "Giotto, a che ora venendo di qua allancontro di noi un forestiere che mai veduto non tavessi, credi tu che egli credesse che tu fossi il migliore dipintore del mondo, come tu se?" Laltro replica con prontezza di parola: "Messer, credo che egli il crederebbe allora che, guardando voi, egli crederebbe che voi sapeste labicì." Forese si vede allora pagato di pari moneta.