I Pittori nel Decameron

La novella di Giotto non è l‘unica novella decameroniana il cui protagonista è un artista trecentesco. Incontriamo, tutto al contrario, altre 5 novelle che trattano di pittori fiorentini (VIII 3, 6, 9; IX 3, 5). Paul F. Watson nel suo articolo intitolato The Cement of Fiction: Boccaccio and the Painters of Florence discute, appunto, questa tematica.

Sono sempre gli stessi tre artisti che appaiono nelle 5 novelle: Bruno (Bruno di Giovanni d’Olivieri), Buffalmacco (Bonamico di Cristofano) e Calandrino (Giannozzo di Pierino), che sarà la mira dei suoi compagni. All’eccezione di Buffalmacco, artista assai famoso all’inizio del Trecento, sono dei pittori mediocri, e per questo non affatto comparabili al genio artistico di Giotto.

Watson osserva che "so vividly does the poet portray all his painters that he seems to write from first-hand knowledge" (WATSON, 1984, p.45) È, però, poco probabile che Boccaccio abbia conosciuto personalmente questi artisti. Alla morte di Calandrino, per esempio, nel 1318, Boccaccio aveva soltanto cinque anni, e se avesse mai incontrato Bruno o Buffalmacco, sarebbe stato ancora un adolescente. La vivacità dei ritratti dei tre pittori sarà, quindi, piuttosto dovuto all‘imaginatio boccacciana.

Tre delle cinque novelle in questione sono inserite nell’ottava giornata,

"nella quale, sotto il reggimento di Lauretta, si ragiona di quelle beffe che tutto il giorno o donna a uomo o uomo a donna o l’uno uomo all’altro si fanno."

Nella novella VIII.3, dove il trio appare per la prima volta, i pittori sono presentati con le parole seguenti:

"Nella nostra città, la qual sempre di varie maniere e di nuove genti è stata abondevole, fu, ancora non è gran tempo, un dipintore chiamato Calandrino, uom semplice e di nuovi costumi. Il quale il più del tempo con due altri dipintori usava, chiamati l’un Bruno e l’altro Buffalmacco, uomini sollazzevoli molto ma per altro avveduti e sagaci, li quali con Calandrino usavan per ciò che de‘ modi suoi e della sua simplicità sovente gran festa prendevano." (BRANCA, 1999, II, p.905-907)

Analizzando le 5 novelle, notiamo che gli intrecci dei singoli racconti seguono uno schema ben determinato (unica eccezione: la novella VIII.6 nella quale il beffato sarà il dottore Simone da Villa, "più ricco di ben paterni che di scienza [...], dottor di medicine, secondo che egli medesimo diceva", p.984): Bruno e Buffalmacco, pittori amici molto perspicaci e raffinati, che stanno sempre insieme, si beffano del loro compagno Calandrino, pittore sempliciotto. Approfittando della semplicioneria di Calandrino, Bruno e Buffalmacco mettono in atto un tiro buffo dopo l’altro.

Lo spirito di Bruno e Buffalmacco rammenta l’arguzia di Giotto nella novella VI.5: sono, inoltre, anch‘essi maestri nell’arte della deceptio – ma in un ambito diverso. Giotto crea illusione, deceptio, grazie alla sua arte straordinariamente realistica, Bruno e Buffalmacco, invece, ingannano Calandrino e il dottore Simone.

C. E. Gilbert osserva a questo proposito:

"After offering the principle of painting as deception and praising it, in Decameron VI.5, through his hero Giotto, Boccaccio then illustrates it repeatedly in the Bruno and Buffalmacco stories of day VIII and IX, which are completely devoted to their success in deceiving. No painters had been presented in the Decameron before VI.5; il would seem that Giotto had first to establish the topic, as a law, after which followers of his could offer diverse particular cases. [...] Although Bruno e Buffalmacco, as painters, are professional deceivers, the stories never present them as deceiving by means of painting, the skill reported as Giotto’s. [...] Bruno e Buffalmacco deceive only in their private character, which, to be sure, was presumably meant to be considered harmonious with their professions, as in the theory of the humors". (GILBERT, 1991, p.61-63)

Bruno e Buffalmacco sono degli artisti-artigiani tradizionali che dipingono per guadagnarsi la vita, e non perché hanno disposizione particolare per l’arte. Evidentemente, non sono stati scelti protagonisti di 5 novelle (sono, d’altronde, gli unici personaggi che appaiono 5 volte nel Decameron) per le loro capacità artistiche, ma bensì per il loro spirito probabilmente già leggendario all’inizio del Trecento.

Gilbert nota che

"Giotto’s appearances differ from theirs in the important respect that Giotto is viewed from so many sides [è dipinto, nella novella VI.5, come un artista geniale, e, nello stesso tempo, come uomo spiritoso e modesto], while the other painters are limited to one simple role which they continue to repeat [cioè quello di beffatori raffinati]" (GILBERT, 1991, p. 51)

Nello schema seguente sono elencate le 5 novelle decameroniane che hanno come protagonisti Bruno, Buffalmacco e Calandrino:

Numero
Personaggi
Rubrica
VIII, 3
Calandrino, Bruno, Buffalmacco "Calandrino, Bruno e Buffalmacco giù per lo Mugnone vanno cercando di trovar l’elitropia [= favolosa pietra che avrebbe avuto la virtù di rendere invisibile], e Calandrino se la crede aver trovata; tornasi a casa carico di pietre; la moglie il proverbia e egli turbato la batte, e a‘ suoi compagni racconta ciò che essi sanno meglio di lui."
VIII, 6
Calandrino, Bruno, Buffalmacco "Bruno e Buffalmacco imbolano [= rubano] un porco a Calandrino; fannogli fare la sperienza da ritrovarlo con galle di gengiovo e con vernaccia, e a lui ne danno due, l’una dopo l’altra, di quelle del cane confettate in aloè, e pare che l’abbia avuto egli stesso: fannolo ricomperare, se egli non vuole che alla moglie il dicano."
VIII, 9
Bruno, Buffalmac-co, il medico Maestro Simone "Maestro Simone medico da Bruno e da Buffalmacco, per esser fatto d’una brigata che va in corso, fatto andar di notte in alcun luogo, è da Buffalmacco gittato in una fossa di bruttura e lasciatovi."
IX, 3
Calandrino, Bruno, Buffalmacco, il medico Maestro Simone "Maestro Simone a instanzia di Bruno e di Buffalmacco e di Nello fa credere a Calandrino che egli è pregno: il quale per medicine dà a‘ predetti capponi e denari, e guerische senza partorire."
IX, 5
Calandrino, Bruno,

Buffalmacco

"Calandrino s’innamora d’una giovane, al quale Bruno fa un brieve [= biglietto con formule magiche], col quale come egli la tocca ella va con lui; e dalla moglie trovato ha gravissima e noiosa quistione."

(per ulteriori riflessioni su queste novelle vedi: WATSON, 1984, p.52-64)