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Cap. 9

"In dela cità de Napuli è situata e posta in essa valle: tra le cità de rivera, questa ène una de certo de le più nobile. Ancora è qui porto facto per mano de homo et sopra lo porto è lo castello e la casa riale ... ne la quale per adietro Giocto, mio terraczano, prencepe de’ penturi in dela nostra età, laxò grandi exempli e ammonimenti de mano e de ingiengio. [...]"

(Itinerario di Meser Francesco Petrarca del viagio di Terra Santa, volgarizzamento meridionale del Quattrocento, a c. di Alfonso Paolella, Napoli, 1990, p.104-105.)

 

Francesco Petrarca manifesta la sua grande stima per Giotto ad esempio nel Itinerarium Syriacum, una sorta di guida di viaggio contenente descrizioni di paesaggi tra Genova e Gerusalemme.

Il libro fu scritto nel 1358 per Giovannolo da Mandello, milanese, che aveva invitato Petrarca ad accompagnarlo per un viaggio a Gerusalemme.

Per il Petrarca, Napoli è legata strettamente al nome di Giotto: questi si era, infatti, soffermato tra il 1328 e il 1333 a Napoli, al servizio del re Roberto d'Angiò. Purtroppo, nessuna delle opere napoletane di Giotto si è conservata fino ad oggi.