Testo
Commento
(Giotto)

"2. Cominciò l’arte della pictura a sormontare in Etruria in una villa allato alla città di Firenze la quale si chiamava Vespignano. Nacque uno fanciullo di mirabile ingegno, il quale si ritraëva del naturale una pecora. In su passando Cimabue pictore per la strada a Bologna vide el fanciullo sedente in terra et disegnava in su una lastra una pecora. Prese grandissima ammiratione del fanciullo, essendo di si pichola età, fare tanto bene, veggendo aver l’arte da natura, domandò il fanciullo, come egli aveva nome. Rispose e disse: "per nome io son chiamato Giotto, e ‘l mio padre ha nome Bondoni et sta in questa casa, che è appresso", disse a Cimabue andò con Giotto al padre, aveva bellissima presentia, chiese al padre el fanciullo. E‘ l‘ padre era poverissimo. Concedettegli el fanciullo a Cimabue, menò seco Giotto e fu discepolo di Cimabue. Tenea la maniera greca; in quella maniera ebbe in Etruria grandissima fama; fecesi Giotto grande nell’arte della pictura. Arrechò l’arte nuova, lasciò la roçeza de’Greci, sormontò excellentissimamente in Etruria. E fecionsi egregiissime opere e specialmente nella città di Firençe, et in molti altri luoghi, et assai discepoli furono, tutti dotti, al pari delli antichi Greci. Vide Giotto nell’arte quello che gli altri non aggiunsono; arecò l’arte naturale e la gentileza con essa, non uscendo delle misure. Fu peritissimo in tutta l’arte; fu inventore, e trovatore di tanta doctrina, la quale era stata sepulta circa d’anni 600. Quando la natura vuole concedere alcuna cosa, la concede sença veruna avaritia. Costui fu copioso con tutte le cose, lavorò

in muro, lavorò a olio, lavorò in tavola. Lavorò di mosaico la nave di S. Piero in Roma, et di sua mano dipinse la capella e la tavola di S. Piero in Roma. Molto egregiamente dipinse la sala del re Uberto de huomini famosi. In Napoli dipinse nel castello dell’Uovo. Dipinse nella chiesa, cioè tutta è di sua mano, della Rena di Padova, e di sua mano una gloria mondana. Et nel palagio della parte è una storia della Fede christiana, e molte altre cose erano in detto palagio. Dipinse nella chiesa d’Asciesi nell’ordine de’frati minori quasi tutta la parte di sotto. Dipinse a S. Maria degli angeli in Ascesi, a S. Maria della Minerva in Roma uno crocifisso con una tavola. L’opere che per lui furon dipinte in Firençe: Dipinse nella Badia di Firençe sopra all’entrare della porta in un arco una meça Nostra Donna con due figure dallato molto egregiamente. Dipinse la capella maggiore e la tavola nell’ordine dei frati minori quattro capelle e quattro tavole. Molto excellentemente dipinse in Padova ne’ frati minori. Doctissimamente sono ne’frati Humiliati in Firençe, era una capella e uno grande crocefisso et quattro tavole fatte molto excellentemente; nell’una era la morte di Nostra Donna con angeli e con dodici apostoli et Nostro Signore intorno, fatta molto perfectamente. Evvi una tavola grandissima con una Nostra Donna assedere in una sedia con molti angeli intorno. Evvi sopra la porta, va nel chiostro, una meça Nostra Donna col fanciullo in braccio. È in S. Georgio una tavola et uno crocifixo. Ne‘ frati Predicatori è uno crocifixo e una tavola perfectissima di sua mano; ancora vi sono molte altre cose. Dipinse a moltissimi signori. Dipinse nel palagio del Podestà di Firençe; dentro fece el comune, come era rubato, e la capella di S. Maria Maddalena. Giotto meritò grandissima lode. Fu dignissimo in tutta l’arte, ancora nell’arte statuaria. Le prime storie sono nello edificio, il quale da lui fu edificato, del campanile di S Reparata; furono di sua mano scolpite e disegnate. Nella mia età vidi provedimenti di sua mano di dette istorie egregiissimamente disegnati. Fu perito nell’uno genere e nell’altro. Costui è quello a cui, sendo da lui resultata e seguitata tanta doctrina, a cui si deve concedere somma loda, per la quale si vede la natura procedere in lui ogni ingegno. Condusse l’arte a grandissima perfectione. Fece moltissimi discepoli di grandissima fama. E discepoli furon questi [Stefano, Taddeo Gaddi, Maso, Buffalmaco, Pietro Cavallini, Orcagna, ecc.]"

(Lorenzo Ghiberti, Commentario II, in "Quellenbuch zur Kunstgeschichte des abendländischen Mittelalters", a c. di Julius Schlosser, Wien, Carl Graeser, 1896, p.373-376.)

 

Con i Commentarii di Lorenzo Ghiberti, composti nel 1452, la leggenda di Giotto si ritrova notevol-mente arricchita.

È il Ghiberti che inaugura la leggenda del giovane Giotto-pastore, scoperto da Cimabue nella natura mentre disegna una pecora.

Nella mitologia classica, il tema del giovane pastore che diventa un eroe è riccorrente fino all’abbondanza. Il ruolo del pastore nella natura ha una forte connotazione romantica: secondo il Falaschi, questo fatto spiega la frequenza di aneddoti di questo tipo in biografie di artisti (FALASCHI, 1972, p.17).

Ricordiamo che Lorenzo Ghiberti fu il primo a tradurre in italiano i racconti pliniani degli artisti classici. Questo fatto potrebbe spiegare la mescolan-za frequente di aneddoti e commenti critici nei suoi Commentarii. Falaschi osserva che "his narrative about Giotto reads like a conventional fairy tale – only lacking the initial C’era una volta." (FALASCHI, 1972, p.17)

L’Anonimo Fiorentino racconta l’incontro di Giotto e Cimabue in modo diverso: durante il suo apprendistato di lavoratore di lana, Giotto passa spesso dalla bottega dell’artista. Un giorno, suo padre apprende la verità: gli permette di dedicarsi esclusivamente alla pittura e di diventare l’allievo di Cimabue.

Quale versione sarà la giusta? Probabilmente, non conosceremo mai con siccurezza i dettagli della gioventù di Giotto (per ulteriori dettagli sulla vita di Giotto, vedi: PERSONAGGI > GIOTTO > VITA E OPERE).

La letteratura classica è ricca di esempi di artisti che ricevono "l’arte da natura", come succede, secondo Ghiberti, anche a Giotto. Il Falaschi sottolinea, fra l'altro, che il tema dell' artista che impara il suo artigianato non da un maestro, ma che lo riceve come dono dalla natura, è un vero e proprio Leitmotiv, comune alla letteratura di tutti i secoli.

Ghiberti dedica la maggior parte del suo trattato ai diversi componimenti artistici di Giotto (per una scelta delle opere di Giotto vedi: PERSONAGGI > GIOTTO > VITA E OPERE).