La cappella dell’Arena

Nel 1300 Enrico Scrovegni, discendente di una ricchissima famiglia padovana, acquistò il terreno per edificare una cappella privata. Suo padre era stato dannato da Dante nel settimo cerchio dell’Inferno, tra gli usurai (Inf. XVII, 64). Si diceva allora che Enrico Scrovegni avesse voluto difendere l’onore della famiglia con una cappella di Giotto.

Due anni più tardi, nel 1302, iniziò la costruzione della cappella, autorizzata da Ottobono de’Razzi, divenuto in quell’anno patriarca di Aquileia. Nel 1305 i frati eremitani del vicino convento protestarono contro il tentativo di modifica della cappella da oratorio privato a chiesa aperta al culto. Nello stesso anno il Maggior consiglio di Venezia approvò il prestito a Enrico Scrovegni "de pannis Sancti Marci". Si trattava forse di paramenti o tovaglie d’altare per la cerimonia di consacrazione della cappella; a questa data (cioè nel 1305), quindi, si può ragionevolmente pensare che gli affreschi di Giotto fossero compiuti.