A Padova, nella cappella dellArena (costruita sul campo di un antico anfiteatro romano), Giotto affrescò sulle pareti laterali e larco trionfale 34 Scene della vita della Vergine e di Cristo, sopra lo zoccolo 14 figure allegoriche delle Virtù e Vizi, e sulla parete dingresso la grande figurazione del Giudizio Universale. Le acerbezze di Assisi si risolvono in uno stile potente, a un tempo, e contenuto. Più che mai la composizione è imperniata sui personaggi e il loro dramma; ma cè più fusione con lo scenario che ambienta e accompagna lazione stringata, evidente e grandiosa.
A Padova, Giotto trova alle sue scene un fondo azzurro che rappresenta bensì il cielo, ma non ha dellatmosfera nessuna trasparenza: denso e compatto, esso ha una consistenza pari alle rocce che vi risaltano, alle architetture, alla massa corporea dei personaggi; con il suo tono intenso e scuro rende gli altri colori straordinariamente chiari, evidenti e dolci. Le modulazioni del chiaroscuro vi risaltano in tutte le loro sfumature e per contrasto acquistano una particolare delicatezza. Le ombre si percepiscono forti senza accentuazioni crude, e la solidità plastica delle immagini è modellata con potenza ma, insieme, con nuova continuità di fusione.
Il ritmo compositivo in queste scene di Padova è percepibile come il metro di un verso: quasi tutte le scene sono bipartite, lasciando un vuoto centrale su cui spicca il protagonista, momento principale dellazione. Con le singole figure e i singoli gruppi, Giotto taglia e conchiude potentemente una forma compatta e unica.
Verso la fine del ciclo le Scene della Passione si fanno più vaste e corali; conclude il ciclo la figurazione del Giudizio Universale (Grande Dizionario Enciclopedico UTET, IX, p.546).
A proposito dello sviluppo della tridimensionalità dello spazio nellarte di Giotto, John White consta che
"The frescoes painted by Giotto in the Arena Chapel at Padua mark an entirely new stage in the development of empirical perspective, as in that of every other aspect of pictorial art. In his depiction of the human figure the emphasis on weight and volume is as striking as his concentration, as a story teller, upon the dramatic essentials. [...] Out of this penetrating interest in the essentials both of nature and of art, a new relationship between pictorial space and the flat surface of the wall rapidly emerges." (WHITE, 1967, p.57)
La forza straordinaria della perspettiva nei singoli affreschi a Padova è, infatti, impressionante.