Laltra, che segue nella predetta schiera Semiramìs,
è colei che sancise amorosa, cioè amando, E ruppe fede,
congiungendosi con altro uomo, al cener di Siccheo, suo
marito stato. Vuole lautore per questa circunscrizione
che noi sentiamo costei essere Didone, figliola che fu
del re Belo di Tiro; la istoria della quale si raconta in
due maniere.
Dido, il cui nome fu primieramente Elissa, fu, se-
Condo che Virgilio scrive, figliuola di Belo, re de Fe-
Nici. Il quale Belo, venendo a morte, Pigmalione, suo
Fratello, e lei, ancora fanciulla, lasciò nelle mani de suoi
Subditi, li quali in loro re sublimarono Pigmalione; ed
Elissa, così fanciulla come era, dieron per moglie ad
Acerba, o Siccheo che si chiamasse o vero Sicarba, il
Quale era sacerdote dErcule, il quale sacerdozio era,
dopo il reale, il primo onore appo i Tiri; li quali insieme
santissimamente samarono.
Era oltre ad ogni uomo avaro Pigmalione, per la
Qual cosa Siccheo, il quale era ricchissimo, temendo
Lavarizia del cognato, ogni suo tesoro aveva nascoso;
nondimeno, essendo ciò pervenuto allorecchie di Pig-
malione, cominciò quelle ricchezze ferventemente a di-
siderale e, per averle, fraudolentemente uccise Siccheo.
La qual cosa avendo Elissa sentito, e dolorosamente
Pianta la morte del marito, temendo di sé, tacitamente
Prese consiglio di fuggirsi; e, posta giù ogni femminea
Tiepideza e preso virile animo, di che ella fu poi chia-
Mata Didone, avendo tratti nella sua sentenza certi
Nobili uomini de Fenici, li quali ella conoscea che odia-
Vano Pigmalione, presi certi navili del fratello e quegli
Senza alcuna dimora armati, come se, del luogo dove era,
andar se ne volesse al fratello, nascostamente in quegli
fece caricar tutti i tesori stati del suo marito, e, oltre ad
essi, quegli che aver poté del fratello; e palesemente
fece mettere nelle navi sacchi pieni di rena e guardargli
bene.
Boccaccio, Giovanni, Tutte le opere, a c. di Vittore Branca, VI,
Esposizione sopra la Commedia di Dante, §§ 65-68, Milano,
Mondadori, 1965, pp. 295 -296,