Testo | Commento |
Questi due canti fanno da cornice al canto XI in cui è menzionato Giotto. | |
Là su non eran mossi i piè nostri anco,
quand'io conobbi quella ripa intorno che dritto di salita aveva manco, esser di marmo candido e adorno d'intagli sì, che non pur Policleto, ma la natura li avrebbe scorno. L'angel che venne in terra col decreto de la molt'anni lacrimata pace, ch'aperse il ciel del suo lungo divieto, dinanzi a noi pareva verace quivi intagliato in un atto soave, che non sembrava immagine che tace. Giurato si saria ch'el dicesse "Ave!" perché iv'era imaginata quella ch'ad aprir l'alto amor volse la chiave; e avea in atto impressa esta favella Ecce ancilla Dei", propriamente come figura in cera si suggella. Dante, Alighieri, La Divina Commedia, a c. di Natalino Sapegno, Firenze, 1991, Purgatorio X, vv. 28-45. |
Siamo nella cornice assegnata ai Superbi. La ripa interna, scoscesa e inaccessibile è di marmo bianco, e reca scolpiti dei bassorilievi così perfetti da superare non solo le opere di Policleto, celebre scultore greco del V sec. a. C., ma la stessa natura. Il primo bassorilievo rappresenta l'Annunciazione di Maria in cui l'Arcangelo Gabriele pare che realmente dica "Ave!" mentre la Vergine sembra proprio che risponda umilmente "Ecce ancilla Dei!".
Il verbo suggellare" sta inoltre a indicare lillusione realistica. Daltro canto questo verbo sincontra nello stesso senso in Boccaccio, Amorosa Visione, IV, 13-8: Humana man non credo che sospinta mai fosse a tanto ingegno quanto in quella mostrava ogni figura là distinta, eccetto se da Giotto, al qual la bella Natura parte di sè sogmigliante non occultò nellatto in che suggella. (STEWART 1986, pp. 96-97) |
Qual di pennel fu maestro o di stile
che ritraesse lombre e tratti chivi mirar faríeno uno ingegno sottile? Morti li morti e i vivi parean vivi: non vide mei di me chi vide il vero Dante, Alighieri, La Divina Commedia, a c. di Natalino Sapegno, Firenze, 1991, Purgatorio XII, vv. 64- 68. |
Siamo sempre nel girone assegnato ai Superbi. Le figure scolpite sul ripiano fanno meditare sugli esempi di superbia punita per allontanare questi peccati.
La verosimiglianza della pittura giottesca è dunque anche una reminiscenza dantesca. (FALASCHI 1972, p.7) |