Il chiasmo

Il cappello della novella (§§ 4-8) è costruito a chiasmo. Dapprima c’è un’insistenza grottesca sull’aspetto fisico di Forese. Poi si passa a parlare dei suoi meriti paragonandoli ad „ [...] uno armario di ragione civile [...]“ (§4)

Subito dopo si parla dell’eccellenza dell’ingegno di Giotto (§§ 5-8) e si ritorna solo alla fine, per un rapido raffronto con Forese, al suo aspetto fisico (§ 8).

Funzione del chiasmo

Questa struttura giustifica come vedremo il seguito della novella, in quanto mette in rilievo la bruttezza di Forese nei confronti di Giotto. E ciò è fondamentale, perché sarà Forese il vero responsabile del motteggio, provocando Giotto „[...] senza avere a sé niuna considerazione [...]“ (§ 13) (BARATTO 1974, p. 409).

Vengono cosí attribuiti i ruoli nel rapporto motteggiato-motteggiatore. Anche se Forese provoca con un motto, il vero motteggiato sarà proprio lui. La preferenza di Boccaccio per Giotto si delinea dunque già in partenza.

Il nostro schema mette in risalto il dislivello tra la quantità del materiale testuale dedicato all'elogio di Giotto e la quantità concessa all'ingegno di Forese.

Il chiasmo ha inoltre la funzione di sottolineare il contrasto tra le turpissime forme, cioè la bruttezza fisica e i meravigliosi ingegni, cioè la bellezza intellettuale.


Grafico: Rendiamo più chiara la struttura a chiasmo estrapolando i passaggi in questione: