Il Decameron sullo schermo

I primi film sul Decameron sono apparsi intorno al 1910. Esistono allo stato attuale una ventina di film sul Decameron di produzione italiana e tedesca soprattutto. C’è anche una versione per conto della televisione svizzera Boccaccio & C. come anche una hollywoodiana: Decameron Nights del 1953.

La novella VI 5 è stata filmata da Pier Paolo Pasolini nel suo film Decamerone, nel 1971, film che del resto è quello di maggiore interesse. Il regista-scrittore porta sullo schermo oltre la novella da noi analizzata altre otto novelle, per l’esattezza quelle di

Le caratteristiche formali del film

Pasolini lega insieme le novelle ambientandole a Napoli e dintorni e facendo parlare napoletano gli attori.

Per la cornice e la brigata il regista sceglie una nuova soluzione. Il film è suddiviso in due parti. Nella prima parte sono intessuti episodi che anticipano il carattere negativo di Ciappelletto che sarà protagonista dell’ultima novella di questa parte.

La seconda parte del film inizia con la novella di Giotto. La figura positiva del discepolo Giotto (Jill Ricketts erroneamente confonde Giotto con il personaggio del discepolo di Giotto: RICKETTS 1997, pp. 90 -117) che si oppone a quella di Ciappelletto, viene estrapolata e proposta tra le diverse successive novelle come anche alla fine del film.

Se nella novella VI 5 del "Decameron" Giotto risponde alla provocazione di Forese, nel film il discepolo e Forese scoppiano in un gran riso senza che segua alcuna risposta del destinatario. La versione di Pasolini non punta dunque su un effetto finale della scena del viaggio. La figura del discepolo di Giotto ha invece il compito di intrecciare progressivamente le diverse novelle. La sua visione del Giudizio, ad esempio, ha la funzione narrativa di passare alla novella di Tingoccio e Meuccio i quali, protagonisti della novella successiva, stavano precisamente dibattendo su cosa succederà dopo la morte.

Nella scena finale il discepolo di Giotto si chiede "[…] perché realizzare un’opera, quando è così bello sognarla soltanto?" Il discepolo incorpora entrambi i momenti artistici, quello dell’immaginazione - di come sarà l’opera completata - che nel film è esemplificato dalla visione del Giudizio, e quello della creazione stessa in cui vediamo il discepolo di Giotto all’inizio di questo momento davanti alla parete bianca.

In questo senso il discepolo di Giotto riecheggia la figura di Pasolini-regista e di Boccaccio-autore, anch’essi nel contempo creatori e illusori. (RICKETTS 1997, pp. 90-117)

  La copertina della videocassetta

Il film è stato riprodotto in videocassetta da United Artists Europa Inc.