Aspetto erotico tra Brunetta e Chichibio

Giovanni Petrolini offre un altro aspetto sulla tematica erotica nel suo saggio sulla possibile contrafacture di Donna Lombarda. L’allusione implicita alla canzone Donna Lombarda (ameme mi, Donna Lombarda,...) offrirebbe la chiave per cogliere nelle parole di Chichibio quel sottinteso erotico, altrimenti fantomatico e imprecisabile, quasi come un aria di festa e di sensuale malizia. Canta il verso (voi non l’avrì da mi) alla donna Brunetta con un candore fanciullesco, quasi come ad una bambina. Inoltre, si pensi che la scena si svolge in cucina, un luogo d’eccellenza per l’erotismo. Rileva il Petrolini (PETRONLINI, 1982, p. 716):

La letteratura del Decameron conforta d’altronde una costatazione generale: che i testi narrativi (orali o scritti) di marca sociologica popolare o popolaresca e di tema amoroso come questo (lui cuoco, lei una femminetta) il campo semantico gastronomico-alimentare spesso e volentieri si associa a quello erotico (così per es. fame, appetito, mangiare, masticare, ingoiare, cibo, carne, frutta, verdura, dieta, etc. passano con estrema facilità a significare desiderio erotico, amare, amplesso, sesso, astinenza sessuale, etc.)

Qui la femminetta ha evidentemente fame e al cuoco forte innamorato si offre la possibilità di darle da mangiare. Va da sé che il dialogo dei nostri personaggi può benissimo essere interpretato al solo livello della manifestazione linguistica esplicita, [...]. Ma così facendo, in questo caso, come in altri, ci si castiga a gustare solo a metà la vis comica boccaciana. Per apprezzarla a pieno occorre raccogliere anche la virtù nascosa delle parole. E’ non c’è dubbio che la richiesta di cibo di Brunetta, la natura stessa del cibo richiesto (la coscia di una gru che è grassa e giovane) è per Chichibio un invito a nozze e una provocante richiesta carnale. [...] dietro l’apparente rifiuto di Chichibio (voi non l’avrì da mi), stuzzicato nel suo segreto appetito dalla richiesta caramente carnale di Brunetta esprimerebbe timidamente, facendo forza alla sua natura di pauroso, il suo pensierino d’amore.

Non avendo il coraggio di cantare la Donna Lombarda (ameme mi, Donna Lombarda,...) e palesare il suo desiderio amoroso è molto probabile che Chichibio fa uso del verso voi non l’avrì da mi, donna Brunetta, per alludere all’amore in maniera più segreta. Brunetta deve aver capito perfettamente il discorso transfrastico dell’amico pauroso e impudente e le sue intenzioni bassamente contrattuali, se gli ribatte con enfasi:

In fe’ di Dio se tu non la mi dai, tu non avrai da me cosa che ti piaccia.

Petrolini chiarisce l’uso della parola carne come metafora eufemistica per sesso nel rapporto tra Chichibio e Brunetta (PETRONLINI, 1982, p. 716):

Tutto questo consente insomma di cogliere nella coscia richiesta caramente da Brunetta una maliziosa allusività e induce a ritenere che Chichibio possa intendere in chiave contiguamente anche sessuale la voglia carnale della femminetta. [...] , così non è escluso, anzi è molto probabile che la fantasia di un personaggio forte innamorato come Chichibio possa qui associare immediatamente l’oggetto del desiderio gastronomico dell’amata (la carne della gru) all’oggetto del proprio desiderio erotico (la carne della feminetta).

Evidentemente, si tratta dunque di uno scambio metonimico carnale, nel quale Brunetta offre un eventuale favore sessuale per la coscia della gru. (vedi eros intratestuale)