La scena conviviale

Il topos del convito percorre il Decameron come forza vitale e unificatrice tanto a livello della cornice quanto nel corpo delle novelle. La frequenza del topos nell’opera rivela l’importanza sociale annettata in particolare dall’autore a questo tema tradizionale.

La scena conviviale e la sua funzione nel mondo del Boccaccio è stata analizzata da L. Sanguinetti-White. Tra gli altri aspetti si è occupata del convito come occasione rivelatrice di cortesia e liberalità. Il convito appare come un’occasione di cortesia nella novella nove della giornata VI dove per una festa in un tempo particolare dell’anno i gentiluomini delle contrade mettono tavola (in un certo turno giornaliero) ai loro cittadini ugualmente nobili. Questo aspetto si trova nella seconda novella della sesta giornata dove Cisti il fornaio, che era richissimo divenuto, è invitato da Geri Spina per cortesia e liberalità a un convito con una parte dei più onorevoli cittadini. La stessa novella presenta anche l’aspetto del convito come istituzione rivelatrice di cambiamenti sociali. Cisti il fornaio è riuscito a non richiedere, ma a provocare un invito da parte dei gentiluomini. Un esempio che dimostra che le classi sociali erano ben distinte e rispettate ma non rigidamente fissate.