Come nella raccolta di fiabe in versi JEAN DE LA FONTAINE (poeta francese 8.7.1621 Château-Thierry, † 13.4.1695 Paris) attinge a piene mani alla letteratura mondiale (ESOPO, FEDRO, etc.) per nutrire la sua vasta opera di Favole in 12 libri (1668-1694), così anche nell‘opera Contes et Nouvelles (prima parte 1665, seconda parte 1666-1667), ma in dimensioni molto più modeste, per la realizzazione di una raccolta di racconti e novelle in versi, si ispira ad ARIOSTO, a RABELAIS, e ad altri scrittori minori, italiani e francesi, ma soprattutto, attinge largamente al Decameron di BOCCACCIO, riproponendo, senza un apparente ordine logico, uno spaccato delle diverse giornate, o meglio delle novelle del Decameron, infatti le novelle non sono affatto legate alla struttura della giornata e quanto meno alla cornice che il BOCCACCIO aveva proposto. La materia delle novelle boccacciesche conserva, grazie alla indipendenza strutturale della cornice ed al rifacimento in versi, operata per mano di LA FONTAINE, una notevole limpidezza espressiva. Il lessico delle novelle (in versi) affrancato dal purismo accademico e con delle spezzature sintattiche, imprime ai versi una vivacità irregolare, conferendo all‘osservazione degli effetti psicologici e pittoreschi.

Anche se la LA FONTAINE raggiungerà la sua maturità poetica soltanto con le Fables, l‘apporto dei canovacci del Decameron conferirà alla sua esperienza di laboratorio poetico-narrativo una apporto decisivo. Infatti nell’avvertenza alla prefazione della prima parte dei Contes et Nouvelles nell’edizione del 1665, lo stesso LA FONTAINE asserisce il carattere sperimentale:

 

«Les nouvelles en vers dont ce livre fait part au public, et dont l’une est tirée de l’Arioste, l’autre de Boccace, quoique d’un style bien différent, sont toutefois d’une même main. L’auteur a voulu éprouver lequel caractère est le plus propre pour rimer des contes. Il a cru que les vers irréguliers ayant un air qui tient beaucoup de la prose, cette manière pourrait sembler la plus naturelle, et par conséquent la meilleure. D’autre part aussi le vieux langage, pour les choses de cette nature, a des grâces que celui de notre siècle n’a pas. [...] L’auteur a donc tenté ces deux voies sans être encore certain laquelle est la bonne. [...]»

(Avvertisment de La Fontaine à la première partie des "Contes et Nouvelles" du 1665)

 

Nella seconda parte del 1666-1667 (Deuxième partie, 1666-1667) di sedici, tra racconti e novelle, ben nove novelle s’ispirano al Decameron di BOCCACCIO, altre alle Cent Nouvelles nouvelles ed altre ancora a RABELAIS etc.. In questa seconda parte dei Contes et Nouvelles tre novelle in versi ripropongono le novelle della seconda giornata del Decameron:

 

La novella II, 10 di Pagnino da Monaco, qui novella VIII, intitolata Le calendrier dei vieillards conserva, sin dai nomi propri e di luogo, le stesse caratteristiche attoriali e spazio-temporali, ricalcando la trama della novella di BOCCACCIO.

LA FONTAINE snoda la novella in un ritmo di intenso realismo comico.

Sarà lo stesso LA FONTAINE ad assicurare alla materia del "calendario degli anziani" (calendario di festività religiose nelle quali è indicata l‘astinenza dalle pratiche sessuali) e del rispettivo tema del "cocu battu et content", cioè del marito che, sposato una giovane, non adempie ai suoi doveri coniugali, e assiste al tradimento di quest‘ultima, un inesauribile successo nella commedia francese; tanti, quasi innumerevoli sono le riprese. Fra gli altri ricordiamo: Le Galant Corsaire ,commedia in un atto di D‘AUTRAU, Le calendrier des vieillards, commedia in un atto di HOUDART DE LA MOTTE, Le calendrier des vieillards, opera comica di BRET e LA CHASSAIGNE, Le calendrier des vieillards, commedia–vaudeville in un atto di PAUL DE KOCK..

 

 

Sono evidenziate in neretto le novelle di DE LA FONTAINE, in corsivo la corrispondente novella di BOCCACCIO: -III vs. IX,6 - IV vs. III,2 - V vs. II,2 - VII vs. VII,9 - VIII vs. II,10 - IX vs. VIII,1 - XIV vs. II,7 - XV vs. IV,2 - XVI vs. III,1

 

 

La Fontaine,Oeuvres, Tome IV, Le grands écrivains de la France, Nouvelles éditions, Librairie Hachette et Cie, Paris, 1887

E. Bury, Jean-Pierre de Beaumarchais, Daniel Couty, Dictionnaire des oeuvres littéraires de langue française, Paris, 1994