La novella di Zinevra, nella storia della critica, ha offerto con la sua materia possibilità di interpretazioni variatissime. Molti studi focalizzano lattenzione sullaspetto delle fonti; a questi si affiancano due saggi di interpretazione (ambedue riprodotti nella sezione Saggi) con posizioni divergenti.
Larticolo meno recente di Almansi (ALMANSI 1973) sviluppa la sua argomentazione basandosi sulla teoria di Roland Barthes dei racconti funzionali e indiziali; i personaggi della novella vengono valutati in questa ottica ed il proverbio che fornisce il pretesto della narrazione viene visto in chiave ironica, quasi Boccaccio volesse dimostrare il contrario di lo ingannatore rimane a pie dello ngannato.
Il saggio di Petrini (PETRINI 1986) si pone in nettissima opposizione alle ipotesi formulate da Almansi: il proverbio iniziale sottolinea il carattere fiabesco della novella che in tale prospettiva deve essere analizzata.
E' difficile trovare un accordo tra le posizioni dei due critici e in questa sede si preferisce seguire una linea di interpretazione che, pur prendendo spunto dai suddetti saggi, si muove in una direzione differente.
Il carattere fiabesco della novella di Zinevra è sottolineato da caratteri contenutistici (vedi Elementi narrativi, Temi) e dal suo inserimento nella tradizione popolare del ciclo della scommessa (vedi Intertestualità, Fonti); nel contempo, tuttavia, la differenza tra la novella boccacciana e altri racconti dello stesso ciclo sottolinea la sua autonomia. Infatti, se la storia di Zinevra è stata in larga parte attinta dalla tradizione popolare, sono proprio le differenze tra queste a costituire gli elementi più importanti per la comprensione della novella e dellideologia del Boccaccio.
Anche se il procedimento è comune nel Decameron, lincipit basato sul proverbio (vedi Elementi retorici, Proverbio) costituisce il primo elemento di rilievo ed evidenzia un proposito morale.
Un secondo elemento di differenziazione con la tradizione del ciclo della scommessa risiede nel lungo e articolato discorso di Ambruogiuolo con Bernabò. I caratteri linguistici sono di importanza determinante per la comprensione di questo passo (vedi Note Esplicative, parafrasi). I discorsi diretti di Ambruogiuolo sono costituiti da un susseguirsi di sofismi inconcludenti: riassume questo carattere la parola fisofolo ad Ambruogiuolo indirizzata da Bernabò, che con forza vi si oppone (vedi Note esplicative, fisofolo).
Lambientazione mercantile di questa novella è rilevante per il tema dell'opposizione tra il valore dei soldi e il valore dellonore (vedi Elementi narrativi, ambientazione mercantile). Nel contempo si affronta un discorso sulla natura femminile e sulla fedeltà delle mogli (vedi Personaggi, Ginevra): lepisodio di Ginevra ha il compito risolvere il dibattito. La narrazione di Dioneo (II,10), tuttavia, rimetterà in discussione l'intero conflitto d'opinioni.