Il discorso di Ambruogiuolo nell'osteria enuncia una teoria dello stato sociale della donna e della sua inferiorità rispetto alluomo. Nella società medievale la visione del genere femminile coincide con quella espressa nel parlare del mercante di Piagenza; interpretazione cristiana della Bibbia e numerose opere (ad esempio Les lamentations de Matheolus) sostengono questa tesi. E noto che Boccaccio, invece, vi si oppone: anche nel discorso di Ambruogiuolo, tanto pomposo e articolato, si trova una spia della sua avversione per le filosofie maschiliste: a ben leggere, infatti, largomentazione manca di una vera dimostrazione ed è vuota di contenuto (vedi Note esplicative). Non a caso, Bernabò critica il modo di argomentare da fisofolo (vedi Note liguistiche) del suo antagonista.
La criticata mobilità della donna assume nella narrazione un nuovo aspetto: Ginevra è mobile nei suoi molteplici adattamenti alle situazioni, pur restando ferma nel proposito di fedeltà e obbedienza ( si noti il "fermo viso" della protagonista di fronte ad Ambruogiuolo sbarcato ad Acri) (BAROLINI, pp.181-82).
Nella novella stessa, tuttavia, vi è un elemento che evidenzia linferiorità sociale della donna: Bernabò, nel lodare la moglie, tralascia completamente di esprimersi sulla propria fedeltà di marito, come se questo fatto non fosse rilevante. Ciò si spiega ricordando che nel Medioevo la fedeltà è considerata una virtù femminile, in quanto da essa dipende una prole legittima; per luomo, invece, quest'obbligo è attenuato in grande misura (VECCHIO, p.139).